IL PROCESSO
VICENZA Dopo la procura di Vicenza, che aveva presentato opposizione alla assoluzione di Giuseppe Zigliotto e Massimiliano Pellegrini decisa dal tribunale, ieri è toccato agli imputati presentare appello contro la sentenza di primo grado del processo per il crac della Banca Popolare di Vicenza.
Sono stati infatti depositati i ricorsi dell'ex presidente Gianni Zonin e dei vicedirettori Andrea Piazzetta, Paolo Marin e Emanuele Giustini, condannati nel processo di primo grado a poco più di 6 anni in primo grado dal tribunale berico.
A diffondere la notizia, con una nota inviata agli ex soci dell'istituto bancario, è stato Luigi Ugone, presidente dell'associazione di risparmiatori «Noi che credevamo in BpVi»: «Siccome non viviamo nel mondo delle fate - precisa Ugone - possiamo dire che ce lo aspettavano. Allo stesso modo siamo coscienti come sui rimanenti gradi di giudizio incomba sempre più grigia la prescrizione».
Ugone evidenzia tuttavia che Zonin e Giustini hanno da sempre professato la loro innocenza: «Pertanto, ci aspettiamo in coerenza con quanto sempre sostenuto dagli stessi la rinuncia alla prescrizione per permettere che il processo vada avanti sino alla sentenza definitiva».
Nella stessa nota il presidente dell'associazione di risparmiatori sottolinea che ha presentato appello anche «la Banca Popolare di Vicenza contro il capo della sentenza che l'ha condannata al pagamento della sanzione pecuniaria di 364 mila euro e che ha disposto la confisca di un importo di oltre 74 milioni di euro». La sentenza di primo grado aveva anche disposto nei confronti dei condannati la confisca fino a 963 milioni di euro, che equivale all'importo delle operazioni di acquisto con autofinanziamento, le cosiddette baciate.
All'inizio di agosto i due pubblici ministeri che avevano istruito l'inchiesta hanno presentato a loro volta appello contro l'assoluzione dell'ex consigliere di amministrazione Giuseppe Zigliotto (unico membro del Cda mandato a processo) e del dirigente preposto alla redazione del bilancio, Massimiliano Pellegrini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sono stati infatti depositati i ricorsi dell'ex presidente Gianni Zonin e dei vicedirettori Andrea Piazzetta, Paolo Marin e Emanuele Giustini, condannati nel processo di primo grado a poco più di 6 anni in primo grado dal tribunale berico.
A diffondere la notizia, con una nota inviata agli ex soci dell'istituto bancario, è stato Luigi Ugone, presidente dell'associazione di risparmiatori «Noi che credevamo in BpVi»: «Siccome non viviamo nel mondo delle fate - precisa Ugone - possiamo dire che ce lo aspettavano. Allo stesso modo siamo coscienti come sui rimanenti gradi di giudizio incomba sempre più grigia la prescrizione».
Ugone evidenzia tuttavia che Zonin e Giustini hanno da sempre professato la loro innocenza: «Pertanto, ci aspettiamo in coerenza con quanto sempre sostenuto dagli stessi la rinuncia alla prescrizione per permettere che il processo vada avanti sino alla sentenza definitiva».
Nella stessa nota il presidente dell'associazione di risparmiatori sottolinea che ha presentato appello anche «la Banca Popolare di Vicenza contro il capo della sentenza che l'ha condannata al pagamento della sanzione pecuniaria di 364 mila euro e che ha disposto la confisca di un importo di oltre 74 milioni di euro». La sentenza di primo grado aveva anche disposto nei confronti dei condannati la confisca fino a 963 milioni di euro, che equivale all'importo delle operazioni di acquisto con autofinanziamento, le cosiddette baciate.
All'inizio di agosto i due pubblici ministeri che avevano istruito l'inchiesta hanno presentato a loro volta appello contro l'assoluzione dell'ex consigliere di amministrazione Giuseppe Zigliotto (unico membro del Cda mandato a processo) e del dirigente preposto alla redazione del bilancio, Massimiliano Pellegrini.
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