Pop Vicenza, il processo resta a casa e ora tocca a Zonin

Giovedì 4 Ottobre 2018
Pop Vicenza, il processo resta a casa e ora tocca a Zonin
RISPARMIO TRADITO
VENEZIA Il processo per il crac di Popolare Vicenza resta in Veneto. La Corte di Cassazione ha rigettato l'istanza di rimessione presentata dagli avvocati di diversi imputati, a partire dall'ex presidente dell'istituto Gianni Zonin, che avevano chiesto il trasferimento del processo sostenendo che a Vicenza non c'era un clima sereno per affrontare il dibattimento. Inammissibile la loro istanza. Sabato riprenderanno le udienze preliminari proprio con l'arringa della difesa di Zonin affidata agli avvocati Ambrosetti e Diodà.
COMUNE PARTE CIVILE
Il Comune di Vicenza accoglie con soddisfazione questa decisione e conferma la volontà di costituirsi parte civile nel processo che vede imputati anche gli ex vice direttori generali Emanuele Giustini e Paolo Marin. «Adesso avanti veloci - commenta il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco -. Quella della Cassazione è una decisione saggia che tiene conto delle esigenze di migliaia di risparmiatori vicentini e della necessità di non dilatare i tempi costringendo nuovi e diversi magistrati ad occuparsi della vicenda. Ora - prosegue il sindaco - è necessario procedere con celerità con la discussione di merito, anche per recuperare il tempo inutilmente perso». Ad assistere l'amministrazione nel processo sarà l'avvocato professore Giovanni Caruso di Padova. «La sentenza della Cassazione ha fatto capire che non sono ammessi giochetti e dilazioni, il processo se fosse stato spostato a Trento avrebbe rischiato di finire in prescrizione - commenta l'avvocato Matteo Moschini che rappresenta circa 400 azionisti risparmiatori sui 4mila ammessi come parti civili - ora partiremo con le cause contro Intesa». «Prendiamo atto, vedremo le motivazione della Cassazione che hanno portato al rigetto della nostra istanza - commenta l'avvocato Manfredini difensore dell'ex componente del cda Giuseppe Zigliotto - ora andremo avanti. Ricordo solo che le difese non hanno mai ostacolato il processo, tanto che non abbiamo fatto obiezioni a udienze anche al sabato».
LIQUIDAZIONE NEL PROCESSO
Azione responsabilità per 2,3 miliardi di danni contro gli ex vertici di Veneto Banca, ieri nuova udienza di un paio d'ore al tribunale civile di Venezia. Presenti gli avvocati Umberto Tombari e Alessandro De Nicola (studio Orrick) in rappresentanza della liquidazione coatta amministrativa, che ha ottenuto il via libera di Banca d'Italia a ereditare la causa avviata dall'assemblea dei soci del 2016 quando la banca trevigiana era sotto il controllo del fondo Atlante. Presenti 40 avvocati per le varie parti coinvolte, una ventina di ex consiglieri e sindaci, investitori, assicurazioni e una decina di dipendenti. Il giudice Chiara Campagner si è riservata di decidere sulle chiamate in causa. C'è da confermare l'esclusione dal processo di Banca d'Italia e Consob.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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