Pil verso il -9%, rimbalzo nel 2021

Domenica 20 Settembre 2020
Pil verso il -9%, rimbalzo nel 2021
I CONTI PUBBLICI
ROMA Governo al lavoro sulla Nadef, attesa entro il 27 settembre, primo banco di prova per la politica economica dopo le urne e in vista dell'autunno. Secondo quanto filtra, il tandem Palazzo Chigi-Tesoro si appresta a rivedere le stime programmatiche alla luce dell'impatto generato dall'epidemia Covid e dovrebbe certificare una caduta del Pil intorno al 9% nel 2020, più pesante di quella prevista nel Def di aprile che indicava una contrazione dell'8%, ma non a doppia cifra come temuto da molti economisti e centri di ricerca. Nei giorni scorsi lo stesso ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, aveva preannunciato una revisione al ribasso limitata, con un calo a una cifra per l'anno. E anche per il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, la caduta del Pil dovrebbe essere di poco inferiore al 10%, con una successiva, molto graduale, ripresa. L'esecutivo resta prudente sulle prospettive dell'economia ma fiducioso che l'andamento del Pil sia migliore del previsto. Pertanto la revisione al ribasso sarà più contenuta e non in linea con le più recenti previsioni delle grandi istituzioni internazionali. Nella Nadef dovrebbe essere indicato un rimbalzo del Pil tra il 4 e il 6% nel 2021 (ad aprile la ripresa era stimata in un +4,7%) favorito dalla spinta che arriverà dalle risorse del Recovery fund, e il percorso di rientro del deficit per gli anni 2021-2023, così come una progressiva discesa del rapporto debito-Pil dal prossimo anno. Ci sono da riassorbire i 100 miliardi messi in campo con i decreti anti-Covid che sono stati varati da marzo e il debito rischia di schizzare oltre il 160%. Nel Def di aprile l'asticella dell'indebitamento netto era fissata al 10,4% per l'anno in corso per poi scendere al 5,7% nel 2021, mentre il debito pubblico era visto salire al livello record del 155,7% per poi calare al 152,7%.
IL MECCANISMO
Il Recovery plan italiano non sarà agganciato all'aggiornamento del quadro macroeconomico ma la Nadef e la programmazione di bilancio terranno conto delle risorse europee anche se queste non saranno ancora disponibili. Pertanto, sui 209 miliardi del Recovery fund la partita è aperta. Il governo intende utilizzare 81 miliardi di sussidi per aumentare gli investimenti e dare impulso alla crescita del Pil. Per quanto riguarda invece i prestiti per circa 127 miliardi, c'è la consapevolezza che, se non compensati da riduzione di altre spese, contribuiranno ad accrescere deficit e debito e sarà quindi necessario affiancare al Piano di ripresa nazionale una programmazione di bilancio volta a riequilibrare la finanza pubblica. È dunque un percorso a tappe serrate quello che vedrà impegnato l'esecutivo da qui alla fine dell'anno: dopo l'aggiornamento dei conti si aprirà il cantiere manovra con l'invio alla Commissione europea, entro il 15 ottobre, del Documento programmatico di bilancio, che quest'anno sarà accompagnato dalle linee guida del Recovery plan italiano.
Michele Di Branco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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