Open Fiber, Cdp studia come cedere la sua quota in cambio di azioni Tim

Sabato 25 Maggio 2019
Open Fiber, Cdp studia come cedere la sua quota in cambio di azioni Tim
TELECOMUNICAZIONI
MILANO Si intensificano i colloqui fra Roma e Parigi per trovare una soluzione definitiva che porti alla creazione di una società unica della rete fra Tim e Open Fiber, la joint venture con Enel per il cablaggio con la fibra ottica dell'Italia. Questo era del resto lo scopo della missione dei vertici di Cdp, il presidente Massimo Tononi e l'ad Fabrizio Palermo, che a Parigi hanno incontrato i massimi esponenti di Vivendi, Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine. Va detto che anche Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim, si è recato in Francia alcuni giorni fa.
Nelle discussioni in corso, una delle soluzioni che Palermo avrebbe esposto prima al duo Bollorè-de Puyfontaine e poi a Gubitosi sarebbe il conferimento a Tim del 50% posseduto da Cdp in Open Fiber. In particolare, l'operazione avverrebbe attraverso un aumento di capitale dell'ex monopolista riservato a Cdp che, per l'appunto, apporterebbe la sua partecipazione nel capitale di Open Fiber.
A quest'ultima, in seconda battuta, potrebbe essere ceduta l'infrastruttura di Tim, creando in tal modo la società unica della rete tanto auspicata dalla Cassa e condivisa da Gubitosi, come anche di recente ha precisato. Non si sottovaluti che proprio con questo obiettivo finale, la Cassa ha investito 1,1 miliardi nell'ex monopolista con il gradimento sia del governo (il Tesoro possiede l'82,7% di Cdp) sia delle fondazioni, a loro volta azioniste di Cdp con il 15,9%. Forte di questa nuova architettura, Open Fiber offrirebbe connettività a tutti gli operatori sul mercato, sarebbe non verticalmente integrata per poter mantenere la titolarità delle concessioni pubbliche nelle aree cosiddette a fallimento di mercato e sarebbe controllato da Tim (in virtù dell'apporto della rete) mentre Enel resterebbe in minoranza riservandosi o un accordo di governance o l'eventuale successiva uscita dal capitale.
ADVISOR E VALUTAZIONI
Naturalmente il percorso, allo studio degli advisor Rothschild e Vitale per Tim, JPMorgan e Unicredit per Cdp e Mediobanca per Enel, non è in discesa. Uno scoglio da affrontare è infatti l'assemblea di Tim dove ci sarà da ratificare il riequilibrio dei pesi azionari con la conseguenza di dover adeguare la governance. L'aumento di capitale riservato a Cdp dovrebbe infatti essere approvato dall'assise, a valle della quale gli attuali soci sarebbero diluiti: una valutazione del 50% di Open Fiber pari in ipotesi a 1 miliardo, inciderebbe per circa il 15% sull'attuale capitale di Tim che in Borsa galleggia attorno ai minimi storici (7 miliardi).
Cdp si ritroverebbe quindi con una quota fra il 20 e il 25%, blindando probabilmente in maniera definitiva gli assetti futuri del gruppo di tlc, considerato che anche l'eventuale superamento della soglia d'Opa a seguito di un aumento di capitale non farebbe scattare alcun obbligo. Vivendi si diluirebbe quindi intorno al 20% dall'attuale 23,9% ed Elliott a circa l'8%. Percentuali che ovviamente dovrebbero essere definite puntualmente in base alla valutazione finale di Open Fiber, che rappresenta il secondo scoglio, dovendo considerare anche le pretese del gruppo Enel.
Cdp vorrebbe che l'operazione avesse il più ampio consenso da parte dei soci, Vivendi inclusa: da lì le ripetute visite Oltralpe. La media company transalpina, tuttavia, spinge affinché venga affrontata in via prioritaria la questione della governance: per accordare il suo appoggio, Bollorè avrebbe chiesto in primis un cambio di presidenza e altri tre consiglieri. Un rimpasto del cda sarebbe in ogni caso necessario a valle dell'operazione, per favorire l'ingresso dei rappresentanti di Cdp, finora restia a chiedere spazio ma che potrebbe peraltro esprimere proprio il presidente. I nodi da sciogliere non sono indifferenti, ma pare che la volontà di arrivare finalmente a una pace per Tim - Enel permettendo - questa volta sia concreta.
Intanto ieri il titolo del gruppo di tlc ha toccato il nuovo minimo storico a quota 43 cent.
Rosario Dimito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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