Mps, l'ad Morelli dice addio a Siena la banca pronta a entrare nel risiko

Venerdì 21 Febbraio 2020
Mps, l'ad Morelli dice addio a Siena la banca pronta a entrare nel risiko
LA SVOLTA
ROMA Dopo l'ops di Intesa Sp su Ubi, e la probabile uscita di Jean Pierre Mustier con destinazione Hsbc (ne parliamo a pagina 15, ndr), una nuova scossa agita il sistema bancario. Marco Morelli ieri ha annunciato di lasciare la guida del Montepaschi, a partire dall'assemblea di aprile per il bilancio 2019 e il rinnovo del board. «È stata un'esperienza di tre anni e mezzo straordinaria», spiega il banchiere, indisponibile ad un nuovo mandato. «La banca ha riconquistato il posto che merita sul mercato grazie al contributo di tutti i colleghi, del management e dei membri del cda, tutti ben coscienti che Mps è un'importante realtà del Paese».
Il Tesoro adesso ha tre settimane di tempo per trovare il sostituto da includere nella lista entro il 12 marzo. Siccome, però al Mef, azionista al 68%, erano giunti segnali sulla volontà di Morelli di lasciare, si stavano valutando alcune soluzioni. Tra queste ci sarebbe anche il predecessore dell'attuale Ad: Fabrizio Viola, oggi alla guida di Depobank, ma in uscita perché la banca specializzata nei securities services e nei servizi di pagamento bancario, sta per essere venduta a Farmafactoring. Per lui sarebbe una rivincita: a metà settembre 2016 quando era ancora in corso il tentativo di salvataggio di Mps con la soluzione di mercato dell'aumento di capitale da 5 miliardi, a Viola pervenne la telefonata dell'allora ministro del tesoro Pier Carlo Padoan che a nome del premier Matteo Renzi, chiese al banchiere di fare un passo indietro perché la sua uscita avrebbe favorito il buon esito del rafforzamento.
LA FUSIONE
Qualche giorno dopo si dimise il presidente Massimo Tononi non condividendo le motivazione del dimissionamento di Viola. Circa una settimana dopo il cda senese procedette alla scelta di Morelli, che era vice chairman Europa MiddleEast Africa di Bofa e ceo Italia, con una carriera prestigiosa alle spalle, partita giovanissimo, con tappe significative in JpMorgan, Mps (2003- gennaio 2010), dg vicario di Intesa Sp. Ma nemmeno Morelli riuscì nel salvataggio di mercato per cui nell'estate 2017 si è dovuti ricorrere alla ricapitalizzazione precauzionale da complessivi 8,1 miliardi. Nella rosa oltre Viola, potrebbero esserci Alberto Minali, ex Ad di Cattolica che ha un solido rapporto con Alessandro Rivera (dg del Tesoro), Fabio Innocenzi, Mauro Selvetti e potrebbe rientrare anche un banchiere pubblico. Ma siamo ancora lontani dalla maturazione di una scelta di un sostituto che completi il risanamento compiuto da Morelli. Il prossimo cda di Siena è in calendario martedì 25 prenderà atto della decisione del banchiere. Fonti del Tesoro fanno sapere che nei primi giorni della prossima settimana potrebbe arrivare l'ok informale della Dg Comp alla vendita ad Amco di 9,2 miliardi di Npl e Utp per un valore netto di 4 miliardi circa. L'operazione è in discussione da giugno 2019 e pur essendo una procedura informale, il braccio di ferro con Bruxelles si sarebbe protratto sulle modalità e il prezzo di cessione. Il prezzo finale dovrebbe attestarsi al 29-30%. L'operazione avverrà mediante cessione del compendio aziendale che Mps capitalizzerà con 1 miliardo. Se la vendita provocherà rettifiche potrebbero essere assorbite da una revisione dello Srep favorità dal miglioramento della qualità dell'attivo.
Morelli è pronto per una nuova avventura. Che potrebbe essere Unicredit se davvero Mustier scegliesse Hsbc. Quanto al sostituto dovrà gestire la ri-privatizzazione di Siena che il Tesoro deve concludere entro il 2021 attraverso una fusione: dopo Intesa-Ubi, l'indiziato è Banco Bpm, anche se Giuseppe Castagna ha detto che il futuro è stand alone. E poi potrebbe esserci Bper, ma fra un anno.
r. dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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