Mediaset: Vivendi pronta a cedere il 20%

Venerdì 15 Novembre 2019
Mediaset: Vivendi pronta a cedere il 20%
LA TRATTATIVA
ROMA Mediaset-Vivendi, il negoziato entra nel vivo. Dopo i due incontri fra i legali, la trattativa accelera sulla proposta del Biscione di far acquistare da Fininvest o altro soggetto da nominare una quota del 20% della holding televisiva, nell'ambito di una grande pace fra Cologno Monzese e Parigi con rinuncia reciproca ai tre giudizi civili pendenti in tribunale più quello amministrativo al Tar che allo stato è davanti alla Corte di Giustizia. Il pomo della discordia è il prezzo dell'operazione. Ieri il titolo ha chiuso in calo dell'1,1% a 2,69 euro, il gruppo francese ha un prezzo di carico di 3,7 euro, la media a sei mesi è di 2,76 euro, a 12 mesi di 2,75 euro e il diritto di recesso era di 2,77 euro. Molto a breve dovrebbe esserci il terzo incontro tra i legali: studio BonelliErede per Mediaset, Cleary Gottlieb (Vivendi), prof Andrea Di Porto, un grande nome del diritto societario, per Fininvest. La trattativa rientra nella proposta conciliativa fatta dal giudice del tribunale di Milano Elena Riva Crugnola, su iniziativa Mediaset, che ha dato tempo alle parti fino al 22 novembre per un accordo, sospendendo l'esecuzione della delibera di fusione in MFE.
A sorpresa il giorno dopo l'udienza, Mediaset ha scritto al tribunale proponendo un'istanza di conciliazione aprendo il tavolo su tre opzioni: la prima (scartata) di non belligeranza, dopo però, aver modificato tre articoli dello statuto della holding olandese Mfe come richiesta dal giudice. Le altre due opzioni rifare la governance di Mfe ed esaminare un accordo tombale.
OPZIONE
I consulenti si sarebbero concentrati su questa terza opzione che sembra prevalere. Nelle ultime ore i legali di Mediaset e di Fininvest si sarebbero consultati con i top manager di Cologno per restringere il perimetro negoziale, soprattutto riguardo al prezzo. E verosimilmente la stessa cosa sarebbe avvenuta in casa francese, accelerando il calendario di incontri. Punto focale il valore delle azioni della transazione riguardante appunto il 20% che è la quota intestata a Simon fiduciaria, a seguito della delibera Agcom (aprile 2017) che ha imposte misure restrittive per la doppia presenza di Vivendi in Tim e Mediaset. I francesi hanno impugnato la decisione al Tar contestando in questo ambito una norma della Gasparri ritenendola non conforme al diritto europeo. Il Tar ha rimesso il tutto davanti alla Corte di Giustizia. A latere ci sono tre cause civili nate nelle pieghe degli accordi su Premium non rispettati con richieste di danni di 3 miliardi.
Tornando al negoziato, punto critico il tira-e-molla sul prezzo che potrebbe avere riflessi sul contenzioso in corso. Ai valori attuali, la quota vale 609 milioni, mentre Vivendi ce l'ha in carico a 838 milioni. Un punto di compromesso potrebbe essere un valore mediano che ancora non sarebbe stato trovato. Fininvest ha il 45,89% dei diritti di voto di Mediaset, Vivendi il 9,98%, Simon il 19,94%. In casa Berlusconi ci sono alcune idee sull'acquirente. L'operazione potrebbe avere una tecnicalità finanziaria particolare, tipo acquisto con patto di riscatto che avrebbe effetti finanziari differiti. Ci sarebbe l'idea di sondare Peninsula e Credit Suisse che erano state allertate per i diritti di recesso.
Rosario Dimito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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