LO STUDIO
VENEZIA Nel 2020 la pressione fiscale è salita attestandosi al

Domenica 18 Aprile 2021
LO STUDIO
VENEZIA Nel 2020 la pressione fiscale è salita attestandosi al 43,1, la stessa soglia toccata nel 2014, a soli 0,3 punti percentuali dal record storico del 2013. Lo rileva la Cgia di Mestre sottolineando che la pressione fiscale è data dal rapporto tra le entrate fiscali e quelle contributive sul Pil. L'incremento di 0,7 punti percentuali rispetto al 2019 è ascrivibile in massima parte al crollo del Pil che l'anno scorso è sceso dell'8,9%. Anche le entrate fiscali e contributive hanno subito una forte contrazione del gettito (-6,3%). In termini assoluti il Fisco, l'Inps e le casse previdenziali hanno riscosso 711 miliardi, 48,3 miliardi in meno di quanto registrato nel 2019. Per la Cgia, è evidente che il carico fiscale complessivo che grava sulle famiglie e sulle imprese costituisce un grosso problema. Anche per queste ragioni gli artigiani mestrini tornano a ribadire che l'erogazione dei nuovi sostegni alle micro e piccole imprese del governo Draghi deve essere accompagnata da un azzeramento del carico fiscale per l'anno in corso per 28/30 miliardi. Altrimenti si rischia che questi rimborsi vengano subito restituiti allo Stato sotto forma di imposte, tasse e contributi. Una partita di giro che si è già verificata l'anno scorso.
MINI IMPRESE DA AGEVOLARE
Le attività economiche con un fatturato 2019 al di sotto del milione non dovrebbero versare per 2021 Irpef, Ires e Imu sui capannoni. Queste aziende, circa 4,9 milioni (pari all'89% circa del totale nazionale), dovrebbero comunque versare le tasse locali. La Cgia auspica che l'Esecutivo metta sul tavolo almeno altri 50 miliardi entro luglio per rimborsare in misura maggiore le perdite subite dalle aziende e permettano agli imprenditori di compensare anche una buona parte dei costi fissi sostenuti.
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