LO SCENARIO
BRUXELLES C'è un piano B per aggirare lo stop di Polonia e Ungheria

Giovedì 3 Dicembre 2020
LO SCENARIO
BRUXELLES C'è un piano B per aggirare lo stop di Polonia e Ungheria all'accordo definitivo sul bilancio UE 2021-2027 al quale è strettamente legata l'operazione anticrisi Next Generation EU. A tempo quasi scaduto per chiudere tutta la partita e in un crescendo di tensione politica, Commissione e Consiglio stanno studiando una soluzione per procedere senza i due Stati a guida sovranista, che vogliono impedire uno stretto legame tra uso dei fondi europei e rispetto delle regole dello Stato di diritto (a partire dall'indipendenza della magistratura). Si lavora su un meccanismo-ponte che permetta di lanciare la più importante emissione obbligazionaria mai effettuata dalla Commissione 750 miliardi di euro sulla base delle garanzie dirette dei 25 Stati.
In attesa che si trovi un accordo su bilancio e aumento del tetto delle risorse proprie Ue che dovrebbero costituire l'assicurazione stabile dell'operazione anticrisi.Il piano B permette da un lato di assicurare la partenza di Next Generation Eu: non ci sarebbero ritardi nei primi esborsi in termini di sovvenzioni e prestiti agli Stati, sempre previsti da giugno-luglio. Viene esclusa, invece, la soluzione intergovernativa: tempi più lunghi e obbligo per gli Stati di mettere sul tavolo delle risorse conteggiate come debito. Dall'altro lato, la soluzione-ponte depotenzierebbe l'opposizione polacco-ungherese dal punto di vista politico: presumibilmente, Next Generation Eu partirebbe solo per chi ci sta anche se non ci sono conferme a tal proposito. Va sempre ricordato che sovvenzioni e prestiti per Polonia e Ungheria valgono circa il 14% del Pil nazionale, più di quanto pesi per la Spagna e per l'Italia. La Polonia è il terzo Paese che beneficerebbe di più degli aiuti di Next Generation Eu dopo Italia e Spagna.
Una fonte Ue spiega che si tratta di «replicare gli effetti di quanto concordato a luglio, il ponte servirà fino a quando non sarà trovato un accordo tra i 27». Il tempo stringe. Entro il 7 dicembre governi e parlamento UE devono trovare un accordo sul bilancio 2021, il primo della serie di 7 anni.
Nel caso in cui nella riunione del Consiglio europeo il 10 dicembre davvero non si trovasse un accordo, la Commissione dovrà formulare una nuova proposta. Se si trovasse un'intesa a Ventisette, si potrebbe anche riuscire a chiudere la partita entro l'anno, pochi credono che sarà il caso. Varsavia e Budapest continuano a dare segnali negativi. Senza il bilancio 2021-2027 si passa ai dodicesimi: le spese mensili per capitolo non possono superare un dodicesimo degli stanziamenti aperti nel bilancio dell'esercizio precedente. In sostanza, non possono essere onorate nuove spese perché non hanno una base legale. La Commissione calcola che la base legale per la maggior parte dei programmi scade a fine 2020 per cui i nuovi impegni continuerebbero per un numero limitato di programmi. Per tutti gli altri, continuerebbero solo i pagamenti per impegni definiti fra il 2014 e il 2020. E scomparirebbe lo sconto sul contributo al bilancio di cui godono i frugali e la Germania. Inoltre, senza accordo a 27 la UE non può chiedere agli Stati di contribuire di più al bilancio e senza una decisione sul tetto massimo nel 2021 i pagamenti subirebbero un taglio di 25-30 miliardi.
Antonio Pollio Salimbeni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci