Ilva, c'è l'accordo ma la firma slitta

Venerdì 28 Febbraio 2020
Ilva, c'è l'accordo ma la firma slitta
SALVATAGGI
ROMA Tra ArcelorMittal e i commissari c'è l'accordo di siglare un accordo, ma la firma verrà apposta prima dell'udienza del 7 marzo a Milano, dove il giudice Claudio Marangoni prenderà atto dell'armistizio. Ieri sera i rappresentanti dell'amministrazione straordinaria (Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo) hanno consegnato al Mise l'istanza di autorizzazione a sottoscrivere il cosiddetto amendment agreement, cioè l'accordo modificativo del contratto di acquisto del 28 giugno 2017, una prima volta ritoccato il 14 settembre 2018, nel quale, in sostanza, le parti concordano di estinguere i due giudizi in essere - la causa di merito sul diritto di recesso attivata dal gruppo indiano e la procedura cautelare di eseguire il contratto promossa dai commissari. Riguardo gli altri punti sostanziali, si rimanda alla loro definizione da perfezionare entro il 30 novembre: le prescrizioni Aia (ambiente), l'accordo sindacale sull'occupazione e l'accordo di investimento fra Arcelor, le società pubbliche e le banche.
Il rinvio della firma dipende solo dal Ministero dello Sviluppo che deve dare l'ok ai commissari di farlo. Ma è solo una questione formale perché i legali di Arcelor (Gop, Cleary Gottlieb) e quelli della procedura (BonelliErede) hanno condiviso il testo di modifica del contratto originario che recepisce le linee essenziali (sette pagine) che erano state stese il 7 febbraio: come primo punto, c'è «la revoca del recesso da parte di AM InvestCo Italy» (Ami), la newco messa in campo dagli indiani, «e definizione del giudizio pendente a spese compensate». Nelle sette pagine è indicato il termine di oggi per sottoscrivere l'accordo modificativo ma, appunto per motivi tecnici, esso viene rinviato di qualche giorno.
I PUNTI APERTI
Gli altri punti principali riguardano la definizione di un possibile piano industriale e correlato piano ambientale, ivi inclusi gli accordi sul personale; previsione della stipula di un accordo di investimento (signing) che prevede l'ingresso in Ami di una legal entity a partecipazione pubblica (Invitalia e/o Cdp). In conseguenza dei due punti precedenti, si procederà alla rimodulazione di termini e condizioni per l'acquisto dei rami d'azienda, nel senso di anticipare il termine previsto nel contratto di acquisto (agosto 2023) al 31 maggio 2022 e il corrispettivo pattuito nel contratto di acquisto. A tal riguardo, sino a fine anno, il canone verrà dimezzato da 180 a 90 milioni, mentre la differenza verrà pagata in coda. L'accordo modificativo concede ad Ami la facoltà di recedere dal contratto di affitto, così come verrà modificato, nel caso in cui entro il 30 novembre non verrà stipulato l'accordo di investimento.
All'amendment agreement verrà allegato un piano, comprendente di attività green che verrà svolto da parte di una newco partecipata da investitori. Altri punti qualificanti riguardano i dipendenti. A fine piano il numero dovrà essere di 10.700, mentre i 1.800 lavoratori oggi a carico di Ilva as dovranno ricevere un'offerta di assunzione da parte di Ami e a fronte dell'accettazione, la stessa beneficerà dei 250 milioni stanziati per gli esodi. Inoltre, a regime, la produzione sarà di 8 milioni di tonnellate. Tutti gli altri dettagli, a cominciare da capitalizzazione e partecipazioni in Ami sono rimandati alle negoziazioni future.
Intanto Il sindaco di Taranto ha firmato un'ordinanza con la quale intima ad Arcelor ed Ilva in As di eliminare le criticità delle emissioni dagli impianti entro 30 giorni», pena lo stop di tutte le attività.
r. dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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