I RISULTATI
ROMA Con l'estate quasi alle porte, il mondo della birra affronta

Domenica 16 Maggio 2021
I RISULTATI
ROMA Con l'estate quasi alle porte, il mondo della birra affronta la stagione con un risultato (a sorpresa) positivo per quanto riguarda il 2020, nonostante il Covid. La forzata chiusura di ristoranti e bar ha fatto crollare i consumi fuori casa, ma nella grande distribuzione le vendite sono cresciute del 10,7% in valore e del 15,7% in quantità, secondo le analisi di Iri. È un dato che dà ottimismo all'intera filiera italiana.
LA STRATEGIA DI AGGREGAZIONE
La coltivazione del luppolo (specialmente nel centro Italia) vale circa 300 milioni di euro. Leggermente meno circa 250 il valore generato in campagna dalle circa 35 mila aziende che producono orzo per birra. Un asset strategico, quindi, per l'agricoltura italiana. Lo conferma Francesco Postorino, direttore generale di Confagricoltura, secondo cui «le prospettive di sviluppo della filiera dell'orzo da birra sono positive, e lo saranno ancor di più, se si riuscirà a strutturare delle filiere anche a declinazione geografica ben definita. L'orzo può essere una coltura molto interessante e da reddito nelle aree interne, senza entrare necessariamente in competizione con altri cereali». Pensando proprio alla ripartenza post Covid, Postorino punta all'aggregazione dell'intera catena dalla produzione al birrificio. «Si potrebbe utilizzare un supporto economico finalizzato alla realizzazione di contratti di filiera tra produttori di orzo, birrifici e malterie afferma con un percorso mirato di valorizzazione delle filiere, ancor meglio se localizzato geograficamente. Nonché specifiche misure nei singoli piani di sviluppo rurale delle Regioni. A partire da queste si potrebbero poi individuare le singole realtà più competitive e definire modalità di sostegno di progettualità di distretto agroindustriale vero e proprio». Particolarmente interessati alla creazione di prodotti 100% italiani gran parte dei 1.195 birrifici (spesso micro) censiti in Italia nel 2020.
Dello stesso parere AssoBirra, l'associazione che riunisce il 90% delle aziende di produzione di birra nazionale, dando lavoro a circa 144 mila persone, con un giro d'affari che nel 2019 superiore ai 9 miliardi (il 71% del consumo totale di birra). «Da tempo afferma Andrea Bagnolini, direttore generale di AssoBirra - abbiamo instaurato un dialogo con tutti i player perché siamo convinti che, in un momento come quello attuale che vede il Paese alle prese con la gestione dell'uscita da un'emergenza sociale ed economica senza precedenti, diventi imprescindibile mettere a punto le azioni di sistema che consentano di promuovere e valorizzare le filiere».
I GUSTI
Per quanto riguarda i gusti degli italiani stando agli acquisti nella gdo - continua a prevalere la categoria standard (il 42%). Un significativo 16% dei volumi è fatto dalle special beer che nel 2020 hanno toccato quasi il 20% in più di vendite. Il 2020 ha visto crescere anche gli altri segmenti, in particolare le cosidette saving (+ 7,1%) e le sophistication (+ 5,9%), che hanno un prezzo al litro leggermente superiore. Positive anche le beer mix (+ 3,9%) e le birre analcoliche e light (+4,9%). E nel vivacissimo mercato delle birrerie, sono molte adesso quelle che puntano alle birre analcoliche. Anche tra le big, come nel caso di Birra Peroni (che ha introdotto una versione alcol free della sua etichetta principale, la Nastro Azzurro) e Forst (sponsor dell'ultima Coppa del mondo di sci con la versione 0,0%, già presente in bar e ristoranti). Gli italiani sono comunque sempre più amanti della birra, con una quantità annua di consumo (31,3 litri pro capite, contro i 150 litri dei tedeschi) di poco inferiore a quella di vino.
Carlo Ottaviano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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