I FRATELLI FINANZIATI
MESTRE «A me sia Sorato che Giustini mi hanno sempre

Venerdì 14 Giugno 2019
I FRATELLI FINANZIATI MESTRE «A me sia Sorato che Giustini mi hanno sempre
I FRATELLI FINANZIATI
MESTRE «A me sia Sorato che Giustini mi hanno sempre detto che Zonin era a conoscenza della mia operazione. Il direttore generale mi rassicurava: ma ti pare che metto su questo tipo di operazione senza informare il presidente? Non posso neanche andare a fare la pipì senza dirglielo».
Tranquillo Loison, 58 anni, imprenditore vicentino del settore orafo, è finito nella rete delle baciate di Popolare Vicenza addirittura nel 2009. «La banca mi fece perdere 120mila euro per un'operazione di derivati, 70mila me li abbuonarono e gli altri 50mila li pagai col patto di farmeli poi ritornare indietro - racconta in udienza al processo BpVi -. In una cena nel 2009 Sorato, Giustini, il mio gestore di fiducia Roberto Rizzi e il capo area Claudio Giacon mi proposero di aprire un fido di 5 milioni per comprare azioni BpVi. I conti non erano nella mia disponibilità, facevano tutto loro. Una volta raggiunto un rendimento di 50mila euro avrebbero chiuso tutto. Poi mi dissero che c'era bisogno anche della firma di mio papà e di mia mamma perché altrimenti non avrebbero potuto versarmi quell'importo». E iniziò l'odissea della famiglia del panettone vicentino che finì anche per inguaiare i genitori ottantenni e il fratello Dario facendo lievitare i finanziamenti per le baciate a 14 milioni. «Oggi litigo ogni giorno con Banca Intesa per farmi rinnovare i fidi, sono finito in Centrale Rischi per quest'esposizione di 14 milioni e nessuno mi fa credito».
Però allora le famose cene di cacciagione prima delle assemblee la banca le organizzava a casa sua. «C'era Zonin, al quale non ho mai chiesto niente delle baciate, per me erano operazioni sicure, come la banca, anche oggi mi sembra impossibile che non si sia salvata», ammette l'imprenditore». Eppure Zonin dice che non sapeva nulla. «Penso che un presidente sia responsabile di tutto. E dopo tanti anni alla guida della banca penso che sapesse come girava», chiude Tranquillo. In mattinata era stato sentito il fratello Dario, 57 anni, che con le baciate ci ha rimesso 3 milioni suoi, 1 milione della moglie e un altro dell'azienda dolciaria: «Zonin sapeva tutto, è fuori discussione. Il suo era un piano diabolico, era in delirio di onnipotenza perché voleva farla diventare una banca nazionale». Ma gli aveva mai parlato delle baciate? «Mai».
M.Cr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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