Caso Antonveneta, i rilievi di Consob

Mercoledì 22 Novembre 2017
Caso Antonveneta, i rilievi di Consob
L'AUDIZIONE
VENEZIA Consob si assolve sul Monte Paschi e l'affare Antonveneta: evidenziati i rischi ma i vertici della banca senese occultarono per anni la reale situazione. I 5Stelle attaccano: «Imbarazzanti ammissioni di colpa, l'authority interviene solo dopo la frode». Sotto accusa anche i via libera agli aumenti di capitale miliardari del 2014-2015.
Ormai è palese: Mps è affondata a causa dell'acquisto dell'Antonveneta nel 2007, operazione stimata all'epoca per complessivi 10,1 miliardi che ha obbligato la banca senese ad avviare un aumento di capitale per 5 miliardi ed emissioni di obbligazioni subordinate per 2 miliardi, più una finta sottoscrizione dia zioni da 1 miliardo di Jp Morgan. Operazioni ad alto rischio che la Consob ha segnalato nel prospetto di vendita mancando però l'obiettivo grosso: scoprire i derivati nascosti. «È chiaro che è stato possibile far emergere alla realtà gestionale della banca solo a seguito di lunghe e complesse analisi istruttorie, che si sono avvalse della forte collaborazione con la Banca d'Italia e, soprattutto, utilizzando elementi probatori che solo l'Autorità Giudiziaria aveva il potere di raccogliere», scrive nella sua relazione alla Commissione d'inchiesta bicamerale sulle banche il direttore di Consob Angelo Apponi, già sentito per i crac di Popolare Vicenza e Veneto Banca. Peccato che ci siano voluti cinque anni per arrivare alle prime multe mentre l'autorizzazione all'acquisizione di Antonveneta della Banca d'Italia è datata 17 marzo 2008, governatore Mario Draghi. Poi sono arrivate le scoperte sulla sottoscrizione da parte di Jp Morgan di nuove azioni per un miliardo, un falso essendo di fatto un debito che vincolava Mps a pagare un usufrutto. Consob ricorda che cercò di far luce fin dall'inizio su queste operazioni a rischio, ma fu ostacolata da un management vischioso che, attraverso un insieme di attività dolose, fece di tutto per occultare le operazioni che aveva realizzato. Solo grazie ai magistrati fu possibile arrivare alla verità sulle operazioni Santorini e Alexandria. Apponi difende l'operato della Consob che nel prospetto informativo relativo all'aumento per Antonveneta «riportava tutti i fattori di rischio dell'operazione». E assicura che «le attività di vigilanza su Mps sono state caratterizzate da un forte grado di collaborazione tra tutti gli attori istituzionali interessati», compresa Bankitalia.
ACCUSE ALLA TEDESCA BAFIN
Il direttore di Consob punta invece il dito contro la Bafin, l'autorità di Borsa tedesca, e la sua mancata collaborazione nel caso Santorini, il derivato che Mps aveva costruito con l'aiuto di Deutsche Bank. «Bafin si è rifiutata di trasmetterci le informazioni» richieste, ripete più volte ai commissari Apponi. Da censurare anche l'operato della Fondazione, che per non diluirsi nel controllo della banca mise in piedi operazioni finanziarie non comunicandone i dettagli alla Consob, che per questo l'ha sanzionata. «Piacerebbe a tutti impedire operazioni fraudolente, ma quando ci si trova di fronte a un intero sistema, dire che si riesca a catturare la vicenda prima, è davvero complesso», si scusa in Commissione Apponi. Già, ma allora le autorità di vigilanza a che servono? Basta una nota d'allarme a informare bene i risparmiatori, soprattutto quelli non esperti di finanza?
I 5stelle in commissione bicamerale parlano senza mezzi termini di «dichiarazioni sconcertanti». Apponi però ribadisce che è una questione di regole: con quelle attuali Consob non può impedire delle emissioni, può solo bloccare i prospetti se non contengono sufficienti informazioni. «Anche la vendita di mele marce si può fare, purché siano classificate come mele marce», la sconsolata precisazione di Apponi.
LO STATO IN CDA
Sul fronte Mps, intanto, oggi scade il termine per la presentazione delle liste per il nuovo cda dopo l'entrata dello Stato in maggioranza bocciata invece dalla Ue per le venete: oltre a quella del Tesoro, dovrebbe arrivare una lista di minoranza di Generali mentre anche Assogestioni sarebbe al lavoro per presentare proprie candidature.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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