Bpvi, s'allarga l'inchiesta sui fondi Stabile da testimone a indagato

Venerdì 18 Settembre 2020
L'UDIENZA
VENEZIA Popolare Vicenza, avanza l'inchiesta per bancarotta e spunta un nuovo indagato: il finanziere del fondo Optimum Girolamo Stabile. La scoperta arriva nell'ennesima udienza del processo per aggiotaggio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza che vede sul banco degli imputati l'ex presidente Gianni Zonin, l'ex consigliere Giuseppe Zigliotto e 4 passati manager: Emanuele Giustini, Paolo Marin, Massimiliano Pellegrini e Andrea Piazzetta. È proprio la difesa dell'ex vice direttore generale con compiti d'alta finanza a chiamare sul banco dei testimoni Stabile. Ma i pm che reggono l'accusa stoppano tutti: il teste è indagato per reato connesso in un'altra indagine. Che sarebbe quella che stanno istruendo da inizio anno Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi per il reato di bancarotta di Popolare Vicenza dopo la dichiarazione d'insolvenza confermata dal tribunale di Venezia.
SORPRESA
Sorpresa in aula. Sconcerto tra avvocati e collegio giudicante in camera di consiglio, alla ricerca di un avvocato d'ufficio per Stabile. Reperito di corsa un difensore, ma la testimonianza alla fine è rimandata ad inizio ottobre. Stabile ha chiesto di poter esaminare la questione col suo avvocato di fiducia per poi decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere, come ha già fatto mesi fa dall'ex direttore generale di BpVi Samuele Sorato, poi rinviato a giudizio (il suo processo inizierà a gennaio 2021). Girolamo Stabile era direttore generale di Optimum Asset Management, la società lussemburghese che gestiva due dei tre fondi (l'altro era Athena) sui quali BpVi ha investito in totale 350 milioni. Nella loro relazione finale del settembre 2015 gli ispettori della Bce descrissero un quadro devastante dell'investimento della Popolare Vicenza nei fondi, che comprarono anche azioni BpVi per decine di milioni.
Poi è iniziata la deposizione del manager di BpVi Alessandro Felloni, chiamato dalla difesa Giustini. Testimonianza incentrata sugli storni, cioè i rimborsi ai clienti per presunti errori contabili o su commissioni che potevano anche nascondere rendimenti per chi incassava i finanziamenti di BpVi per comprare azioni della banca. Felloni ha spiegato come si voleva ripulire i rendiconti di certe operazioni per evitare problemi con gli ispettori della Bce. Ma l'obiettivo principale di questo lavoro di pulizia era quello di non far apparire un richiamo diretto legato alle azioni e al capitale. Anche con ristampe pulite. Veronica Marcuzzi, dal 2014 nello staff di Pellegrini, ha spiegato i suoi compiti sulle funzioni dei controlli di rete, con relazioni semestrali. A domanda dell'avvocato di parte civile Paolo Ciccotto, la Marcuzzi ha detto che il suo staff poteva anche fare controlli sui bilanci. Poi ci si è concentrati sui rapporti con la società di revisione Kpmg. In particolare su una riunione BpVi del 2014 su 17 posizioni di finanziamenti baciati già segnalati da Kpmg. Infine è stato sentito Tommaso Chiappini, broker finanziario che lavora a Londra, e contattato all'epoca da Bpvi per il fondo Optimum: pensava che fosse un'operazione legata alla trasformazione in spa, ha dichiarato spiegando i particolari dell'acquisto e successiva dismissione chiesta da Vicenza dopo l'inizio del crollo bancario. E chiusa con forti perdite. Oggi udienza del gip sulla richiesta di archiviazione dei pm per gran parte del vecchio cda e il collegio sindacale.
Ultima notizia: ieri è stato venduto per 56 milioni il palazzo in pieno centro di Milano comprato una decina di anni fa da Immobiliare Stampa, società ora di Bain Capital Credit e in passato di Bpvi e venduta dalla liquidazione.
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