Benetton, via alla svolta in Edizione

Mercoledì 22 Maggio 2019
LA SEDUTA
TREVISO Non sono i Benetton a mandarlo via, è Marco Patuano ad andarsene. Potrebbe essere questa la traduzione del garbato comunicato con cui ieri pomeriggio Edizione, al termine della seduta del Cda, ha ufficializzato l'uscita del suo amministratore delegato, senza peraltro aggiungere nulla sul futuro riassetto della holding trevigiana, comunque destinata a una redistribuzione della deleghe operative fra il presidente Fabio Cerchiai, i consiglieri-azionisti della seconda generazione e il direttore generale Carlo Bertazzo. Ma c'è anche un'altra possibile lettura che è quella più vicina alla realtà dei fatti: famiglia e manager hanno trovato un accordo anche economico sulla risoluzione del contratto, per cui all'assemblea del 24 giugno le strade si divideranno senza far volare gli stracci in piazza Duomo, nel centro di Treviso.
I TONI
Un finale del genere non era scontato, considerata la modalità scelta dal patriarca Luciano per comunicare la mancata riconferma di Patuano, una sorta di imprevisto annuncio di divorzio a mezzo stampa. Ad ogni modo i toni della nota di Edizione, grazie anche all'attento lavoro di mediazione di Cerchiai, evidenziano un'ostentata concordia: il Consiglio di amministrazione riferisce di aver «preso atto della decisione» dell'ad «di risolvere anticipatamente il rapporto», pur restando in carica per un altro mese. «Il Presidente e i Consiglieri hanno espresso sentiti ringraziamenti al Dr. Patuano per il lavoro svolto durante gli anni del suo mandato si legge nel testo, maiuscole comprese periodo nel quale ha contribuito in modo determinante al rafforzamento di Edizione e delle sue partecipate, aumentando significativamente l'internazionalizzazione del gruppo e la sua diversificazione». Quindi le parole dello stesso massimo dirigente: «Dopo circa due anni e mezzo di impegno proficuo e di grande soddisfazione, considero di aver portato a termine il mandato ricevuto da Gilberto Benetton nel gennaio 2017. In questo periodo, in un contesto di piena condivisione strategica, abbiamo investito in modo molto profittevole circa 2,5 miliardi di euro, nel pieno rispetto dei valori fondanti della holding. Ringrazio gli Azionisti, i Consiglieri di Amministrazione, i colleghi e i collaboratori per il percorso fatto insieme».
IL CAMBIO
Un cammino che però ora si interrompe, perché se è vero che Patuano non sbatte la porta, è altrettanto innegabile che questo sia l'esito di mesi di riflessioni tra i quattro rami della famiglia. Subito dopo la morte di Gilberto ad ottobre, seguita a quella di Carlo a luglio, si era fatta avanti in maniera sempre più pressante la richiesta di un cambio di governance con punti di vista assai diversi tra i vari rami della famiglia anche sul ruolo di Patuano. A fronte del maggiore coinvolgimento dei cugini consiglieri Alessandro, Franca, Sabrina e Christian, e del ruolo di garanzia del presidente Cerchiai, adesso non dovrebbero comunque esserci grossi cambiamenti. Il dg Bertazzo manterrà il suo ruolo di punto di riferimento, così come non cambierà quello di manager di grosso calibro del gruppo come Giovanni Castellucci, che dovrà pilotare il futuro di Atlantia e gestire il delicato dossier Alitalia. «Bisogna decidere, o siamo razza padrona o siamo imprenditori affidabili», aveva detto Luciano. Una provocazione per il vicepremier Luigi Di Maio: «Non consiglio di lanciare queste sfide al Governo da parte dei Benetton, abbiamo un tavolo molto serio al Mit per la revisione delle concessioni perché la ferita del Ponte Morandi è ancora aperta. Detto questo nessuno pensi che si entra in Alitalia per comprare silenzio del Governo su altri dossier».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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