Amazon, primo sciopero degli autisti: «Turni e carichi di lavoro impossibili»

Martedì 16 Febbraio 2021
Amazon, primo sciopero degli autisti: «Turni e carichi di lavoro impossibili»
LA VERTENZA
VIGONZA Eccessivi carichi di lavoro, turni estenuanti calcolati da un algoritmo, pausa pranzo di appena mezz'ora non pagata. Cento driver ieri mattina hanno incrociato le braccia davanti alla sede di Amazon di viale Spagna a Vigonza. I motivi dello sciopero sono molteplici e riguardano gli addetti alla distribuzione dei prodotti di Amazon, circa 400 tra lavoratrici e lavoratori dipendenti di cinque società esterne che lavorano in appalto e che aderiscono all'associazione AssoEspressi.
La giornata lavorativa di un driver inizia alle 7.30 «quando veniamo qui a caricare il furgone - racconta Giovanni Goldoni, uno degli scioperanti -, fino a 150 consegne al giorno. Il turno è di nove ore di lavoro, sabato e domenica compresi, e la pausa pranzo di mezz'ora non è retribuita. Lavorare sulla base delle tempistiche calcolate da un algoritmo è molto stressante». «Questi lavoratrici e lavoratori nel periodo di lockdown non si sono mai fermati spiega Romeo Barutta, segretario di Filt Cgil Veneto -. Da oltre un anno cerchiamo una trattativa con le società per migliorare le condizioni ormai disumane in cui operano questi dipendenti che per miseri stipendi sono sottoposti a ritmi di lavoro intollerabili e sono costretti a rispettare tabelle di marcia che mettono costantemente a rischio la loro, e altrui, incolumità».
L'ALGORITMO
Tabelle di marcia elaborate da un algoritmo che calcola una media tra una consegna e l'altra (tecnicamente definite stop) dei driver e poi traccia le tempistiche per tutti: da qui deriva una linea guida. A oggi si calcola che gli stop siano 150 al giorno. «Non possiamo permettere che sia un algoritmo perverso a cancellare tutti i diritti, i progetti e le speranze dei lavoratori aggiunge Daniel Petra di Filt Cgil Padova -. A oggi non abbiamo ricevuto un riscontro positivo e nessuna disponibilità a continuare il confronto iniziato a fine del 2020». Ieri i driver che non hanno potuto scioperare sono gli assunti a tempo determinato: per loro gli stop, ovvero le consegne programmate, sono state 195, perché hanno dovuto accollarsi anche quelle dei colleghi in sciopero. Dopo le braccia incrociate di ieri, la Filt Cgil annuncia che «se non avremo risposte chiare e concrete precederemo con altre iniziative di sciopero a oltranza. La situazione va risolta a breve e non possiamo più accettare che i lavoratori siano tenuti sotto scacco da continui ricatti e minacce».
LA NOTA
In una nota Amazon chiarisce che «i fornitori di servizi di consegna sono nostri partner e lavoriamo insieme per definire degli obiettivi realistici che non mettano sotto pressione loro e i loro dipendenti. Utilizziamo una tecnologia che prende in considerazione molteplici aspetti per determinare la quantità di pacchi che un autista può consegnare in sicurezza durante il suo turno di lavoro. Gli autisti sono assunti dai fornitori di servizi di consegna tramite il Ccnl Trasporti e Logistica e percepiscono salari competitivi. Per il lavoro svolto in questo periodo di emergenza sanitaria, Amazon ha erogato ai fornitori dei servizi di consegna un importo vincolato a garantire a tutti gli autisti un riconoscimento economico una tantum, di 500 euro lordi durante il primo lockdown di marzo e aprile, e di 300 euro lordi nel mese di dicembre».
Lorena Levorato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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