Alitalia cambia pelle per la Ue 7.500 dipendenti e nuovi aerei

Venerdì 31 Luglio 2020
Alitalia cambia pelle per la Ue 7.500 dipendenti e nuovi aerei
LA TRASFORMAZIONE
ROMA Alitala cambia pelle per superare l'esame europeo. Il via libera agli aiuti di Stato (3 miliardi stanziati dal governo, oltre ai rinnovi dei vari prestiti ponte), impone una forte discontinuità con il passato. Altrimenti Bruxelles non darà l'ok al progetto. Per questo l'ad Fabio Lazzerini, insieme al governo, è al lavoro per convincere la Ue, in particolare la Direzione che regola la Concorrenza, che si sta aprendo davvero una fase nuova e che niente sarà più come prima, almeno in teoria.
Il dossier che sta mettendo insieme il top manager e che verrà presentato ai commissari europei prevede una rivoluzione. Non solo sotto il profilo amministrativo e legale (cambieranno la sede e il logo sociale), ma per dimostrare che sta nascendo dalle ceneri di Alitalia un compagnia nuova di zecca o quasi.
IL DOSSIER
Si parte dal tema più spinoso, quello del personale. I dipendenti della New Alitalia saranno circa 7-7500, proprio per dimostrare che non c'è continuità con il vettore che impiegava, al netto della Cig, circa 11 mila dipendenti. Gli esuberi, circa 2-2.500, resteranno di fatto nella bad company in amministrazione straordinaria, pagati sempre dallo Stato attraverso gli ammortizzatori sociali, ma a disposizione di altre società pubbliche o para-pubbliche come, ad esempio le Ferrovie dello Stato. Proprio dalle Ferrovie in passato era emersa una generica disponibilità ad assorbire una parte del personale di Alitalia
Lo schema in sostanza è quello di costruire una sorta di contenitore da cui attingere per ricollocare in tempi rapidi i dipendenti in sovrappiù. Ovviamente anche nella Nuova Alitalia, par di capire, quando il mercato tornerà a decollare.
RAZIONALIZZAZIONI
Cambierà anche la flotta che, per evitare sprechi e inefficienza, punterà, almeno in una prima fase, su una sola famiglia di velivoli, in questo caso gli Airbus, tagliando i ponti con Embraeur. Stop quindi ai leasing più costosi, stop agli alti costi di manutenzione e stop, infine, ai costi legati ai diversi tipi di addestramento dei piloti. Gli aerei copriranno inizialmente sopratutto il medio-corto raggio, poi ci sarà lo sviluppo sul lungo in relazione alla graduale riapertura legata alla fine dell'emergenza Covid. Per questo la flotta partirà da quota 70, lasciando negli hangar gli altri velivoli. Anche il network cambierà e, almeno in parte, le rotte.
Il tutto per tentare di convincere Bruxelles che è iniziato un nuovo ciclo. Il dossier che si sta mettendo a punto che dovrebbe essere valutato entro le prime due settimane d'agosto.
Nei primi giorni del mese verrà definito invece lo scadenzario per la costituzione della newco. La ministra dei Trasporti e Infrastrutture, Paola De Micheli, ha infatti intensificato il pressing per accorciare i tempi e anche al Tesoro si lavora ventre a terra per chiudere in fretta il complesso passaggio procedurale. «I nuovi vertici - ha detto la ministra dei Trasporti - stanno completando la predisposizione della prima bozza del Piano industriale, poi partirà il confronto con l'Europa. Nella prima settimana di agosto ci sarà lo scadenzario per la formazione della società». «Il decollo della nuova compagnia - ha concluso De Micheli - ci sarà quando verrà completato il Piano industriale». Se arriverà, come probabile, il via libera europeo, a settembre ci sarà il decollo. Tant'è che Lazzerini sta già progettando la strategia per la stagione invernale e, sopratutto, quella estiva del prossimo anno.
Umberto Mancini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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