TERAPIE INNOVATIVE
TREVISO Una sala ideale per mettere a contatto malati di Alzheimer e bellezza? A Treviso c'è un luogo speciale per terapie innovative contro l'Alzheimer: è la sala del Capitolo. A giugno 2019 i lavori di restauro saranno completati. E qui si potrebbe tentare una cura di respiro europeo per contrastare gli effetti del male. È la proposta che Emilio Lippi, direttore dei Musei civici trevigiani, ha ufficialmente messo in campo di fronte a mons. Giuliano Brugnotto, rettore del Seminario e don Paolo Barbisan, direttore dell'ufficio diocesano per l'arte sacra e i beni culturali. «Gli studi sulla plasticità neuronale e sulle intelligenze multiple dimostrano che quando un'area viene prevalentemente coinvolta nella malattia, è possibile usare le altre seguendo il percorso delle terapie espressive, abbinando gli stimoli sensoriali della produzione estetica» afferma Lippi. Per fare un esempio concreto: l'area della parola non è l'unica che veicola la simbolizzazione. Analogamente succede con l'Alzheimer, l'arte può aiutare a fermare il processo di perdita di contatto con le funzioni del cervello. «Per questo ritengo che Treviso possa candidarsi a trovare un percorso importante e innovativo nella cura della malattia. E che questo luogo possa essere di fondamentale aiuto per una terapia sperimentale».
E.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA TREVISO Una sala ideale per mettere a contatto malati di Alzheimer e bellezza? A Treviso c'è un luogo speciale per terapie innovative contro l'Alzheimer: è la sala del Capitolo. A giugno 2019 i lavori di restauro saranno completati. E qui si potrebbe tentare una cura di respiro europeo per contrastare gli effetti del male. È la proposta che Emilio Lippi, direttore dei Musei civici trevigiani, ha ufficialmente messo in campo di fronte a mons. Giuliano Brugnotto, rettore del Seminario e don Paolo Barbisan, direttore dell'ufficio diocesano per l'arte sacra e i beni culturali. «Gli studi sulla plasticità neuronale e sulle intelligenze multiple dimostrano che quando un'area viene prevalentemente coinvolta nella malattia, è possibile usare le altre seguendo il percorso delle terapie espressive, abbinando gli stimoli sensoriali della produzione estetica» afferma Lippi. Per fare un esempio concreto: l'area della parola non è l'unica che veicola la simbolizzazione. Analogamente succede con l'Alzheimer, l'arte può aiutare a fermare il processo di perdita di contatto con le funzioni del cervello. «Per questo ritengo che Treviso possa candidarsi a trovare un percorso importante e innovativo nella cura della malattia. E che questo luogo possa essere di fondamentale aiuto per una terapia sperimentale».
E.F.
