STASERA A PORDENONE
Un cappottino isolante, capace di tenerci al caldo anche

Giovedì 20 Febbraio 2020
STASERA A PORDENONE
Un cappottino isolante, capace di tenerci al caldo anche nelle propaggini più fredde. È il CO2 che pervade l'atmosfera, ossia 415 parti per milione di anidride carbonica, senza contare il 30% assorbito da oceani e piante. Questa coperta è responsabile dell'effetto serra. «È come se avessimo cambiato gli infissi di casa: il nuovo isolamento consente di evitare la dispersione del calore, mantenendo alta la temperatura delle stanze più calde e alzandola di più in quelle più fredde». Così Massimo Frezzotti, scienziato studioso dei ghiacciai, punto di riferimento internazionale di progetti di ricerca nel settore della criosfera e del paleoclima, spiega perché le calotte polari e i ghiacciai si stiano sciogliendo.
Frezzotti ne parlerà questa sera alle 20.30 in Biblioteca Civica a Pordenone e domani mattina agli studenti delle scuole superiori, su invito dell'associazione Aladura. Nei due seminari spiegherà «come l'uomo abbia influito al ritiro dei ghiacciai. Dagli anni 80 i ghiacciai delle nostre Alpi si sono ritirati in maniera drastica. Se dal 1850 agli anni 70 del 900 si erano ridotti del 35%, oggi la riduzione ha superato il 60%. Siamo passati da una superficie di circa 4500 chilometri quadrati di ghiacciai nelle Alpi agli attuali poco meno di 1700».
Tra questi ci sono anche quelli friulani, come il Canin? «Certo, sono in via di estinzione. Non sono più ghiacciai, bensì glacionevati, frammentati. La Marmolada, il ghiacciaio più grande delle Dolomiti, scomparirà nell'arco di trent'anni».
- Ci aiuta a capire quale concentrazione di CO2 ci sia e cosa significhi? «Nell'epoca preindustriale nell'atmosfera c'erano 280 parti per milione; oggi 415. Questa quantità di anidride carbonica non si era vista sulla Terra negli ultimi 3 milioni di anni. Nemmeno 125mila anni fa, quando la temperatura era maggiore di 15 gradi e il livello del mare era più alto di 6-7 metri: all'epoca c'erano 320 parti per milione. Il CO2 impedisce al calore di essere immesso nello Spazio. L'effetto si amplifica nelle zone più fredde, ai poli e in alta quota. Il riscaldamento globale nel secolo è aumentato di 1 grado, nelle zone polari è cresciuto di 3».
- Se domani in tutto il mondo bloccassimo le emissioni, riusciremmo a compensare? «Ci vorrebbe un secolo. Purtroppo gli studi ci dicono che tutto sta accadendo più velocemente di quanto ipotizzato solo 5 anni fa».
- Cosa comporta lo scioglimento dei ghiacciai? «Attualmente il livello del mare si alza di quasi 3,5 millimetri all'anno, di cui 2,5 mm a causa dello scioglimento dei ghiacciai e il resto per l'espansione termica degli oceani. Per la fine del secolo di presume l'innalzamento tra i 50 centimetri e il metro, stima che ritengo conservativa. L'Italia avrà circa 5500 chilometri quadrati di coste allagate, Venezia la perderemo non ci sarà Mose che possa reggere».
- Uno scenario apocalittico? «La Terra non diventerà invivibile. Per noi il problema sarà rispetto al ciclo idrogeologico perché i ghiacciai sono delle riserve d'acqua. Paesi come la Siberia diventeranno più miti. Il vero problema sono i paesi poveri che non hanno gli strumenti per affrontare il cambiamento. All'aumento di 1,5 gradi corrisponderà l'emigrazione di circa 170 milioni di persone».
Valentina Silvestrini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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