Rovigo Millenaria

Lunedì 19 Ottobre 2020
L'ANNIVERSARIO
Sono iniziate ieri, rinsaldando il legame storico con Adria, le celebrazioni dell'evento che nel X secolo ha trasformato Rovigo da oscuro centro rurale a presidio per la diocesi e che ne stabilisce, così, la nascita. Una rievocazione voluta fortemente per segnare, ha detto il sindaco Edoardo Gaffeo, l'avvio delle manifestazioni per i 1.100 anni del documento che fa conoscere l'allora Rodige come feudo del vescovo Paolo di Adria: vale a dire la bolla di Papa Giovanni X che concesse la facoltà di edificare il castello, terminato nel 954, come protezione dalle scorrerie degli Ungari. «È un momento storico, per ricordare ciò che diede un sistema di difesa alla comunità - ha detto il sindaco di Rovigo -. In 1.100 anni la città ha vissuto eventi gioiosi e tragici, e oggi viviamo un altro momento drammatico. Anche in passato siamo riusciti a rifiorire e torneremo a far risplendere la nostra comunità».
RIEVOCAZIONE STORICA
L'evento, organizzato da Assonautica acque interne Veneto ed Emilia e dal Cpssae, rientrava nel progetto Fiume di mezzo ideato da Assonautica e Provincia di Rovigo con il contributo della Camera di commercio di Venezia-Rovigo: promuove, infatti, il turismo che abbina percorsi ciclabili e navigabili per illuminare i risvolti culturali del territorio. Dopo le celebrazioni ad Adria in mattinata, a Rovigo nel pomeriggio la rievocazione della delegazione di messaggeri con il vescovo Paolo e la bolla papale è arrivata prima al museo dei Grandi fiumi, scortata da cavalieri e accolta dal Gruppo sbandieratori Arquatesi e dalle musiche eseguite da Marta Zese e Alberto Zongaro del conservatorio Venezze. E poi lungo le vie del centro, il corteo sempre più numeroso per i cuiriosi al seguito, è arrivato al Duomo, per la consegna della bolla papale al sindaco, riunendo il passato e il presente all'ombra delle Due Torri nel finale della manifestazione.
«Siamo partiti da Adria - ha detto l'archeologa Sandra Bedetti - per ricordare la nostra storia». Adria è diocesi molto antica. Il primo vescovo risale al 649 e gli anni fino al 920, celebrato ieri, furono «secoli di scorrerie e difficoltà in cui la diocesi sorse in continuità con la civitas di Adria». Era stata municipio romano ma aveva perso importanza per l'interramento del porto. E quando i Saraceni vi arrivarono a metà del IX secolo, se ne andarono trovandola così malridotta. «Non bastò - ha spiegato Bedetti - la costruzione del castello di Adria davanti alle scorrerie: nel X secolo l'invasione degli Ungari distrusse completamente la vicina Cavarzere».
LA BOLLA PAPALE
Nella dissoluzione dell'impero carolingio e nel pullulare in Europa di piccoli re senza autorità, nel territorio da Adria verso Rovigo, «caposaldo della bonifica romana», ha continuato Raffaele Peretto, presidente del Cpssae di Rovigo, la bolla papale del 920 mostra la direzione intrapresa per superare questa crisi. Aumentava infatti il potere del vescovo, che prese la strada del Canalbianco «che da secoli unisce Adria e Rovigo: il vescovo Paolo - ha spiegato Peretto - cercava un punto forte per difendere il territorio, e Rovigo era un punto di convergenza». Nacque così quello che nel XIII secolo diventò il principale aggregato urbano della zona, e che Andrea Nicolio spiegò tra realtà e mitologia nella Historia dell'origine et antichità di Rovigo: a convincere il vescovo Paolo a scegliere Rovigo sarebbe stata l'apparizione di San Pietro con un pastorale di vermiglie rose fiorite, il simbolo della terra il cui produr di rose le diè piacevol nome in greche voci secondo l'Ariosto.
Nicola Astolfi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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