Qualche anno fa girava la voce, esagerando, su come gli americani snobbassero la

Martedì 18 Luglio 2017
Qualche anno fa girava la voce, esagerando, su come gli americani snobbassero la Mostra, per via di Toronto e del fascino più che calante del Lido, inteso come luogo di cinema. In realtà se di leggera flessione si trattò, oggi si dovrebbe dire il contrario: da tempo non si apre una Mostra senza un film proveniente da quell'area, indotti anche dagli Oscar a ripetizione, delizia ma anche ossessione attuale; e ora ecco una nuova accoppiata tutta statunitense di Leoni alla carriera (dopo la presidenza della giuria a Annette Bening), bis di quella di 3 anni fa composta da Frederick Wiseman e Thelma Schumacher.
Certo la scelta di Robert Redford e Jane Fonda, che saranno premiati l'1 settembre presentando il loro nuovo film targato Netflix Our souls at night di Ritesh Batra, è del tutto condivisibile. Premia un incrocio abbastanza raro tra divismo (ed entrambi lo sono) e presenza carismatica dagli accenti forti di impegno sociale, battaglia politica, temi etici. Dunque è un premio che mette probabilmente d'accordo tutti, senza che questo voglia dire ridimensionare il suo valore. E d'altronde i due hanno marcato il cinema rampante tra gli anni '60 e la New Hollywood, distinguendosi sempre per il loro approccio verso lo star system e gli accadimenti storici e culturali nel mondo, mostrando sempre un'attenzione istintiva e appassionata per le giuste cause.
Di lei, newyorkese oggi quasi 80enne, si devono almeno citare gli Oscar per Una squillo per l'ispettore Klute e Tornando a casa e altre significative presenze in Non si uccidono così anche i cavalli?, Sindrome cinese, Sul lago dorato (l'unico accanto al padre Henry), Il mattino dopo; senza dimenticare Barbarella, che fece scalpore (era il 1968) per la generosa esibizione della sua bellezza diretta dall'allora marito Roger Vadim, fino all'ultimo Sorrentino di Youth.
Del californiano Redford, che l'anno scorso ha scavalcato gli ottanta, oltre a ricordarlo come fondatore del celeberrimo Sundance Film Festival, vanno segnalati anche per lui due Oscar (per Gente comune, il suo esordio da regista; e uno alla carriera nel 2002) e film memorabili come Corvo rosso non avrai il mio scalpo, I tre giorni del condor, ma soprattutto Tutti gli uomini del presidente, in coppia con Dustin Hoffman sul caso Watergate. E poi ancora un'infinità attoriali da La caccia a Butch cassidy, da La stangata a La mia Africa, fino alla prova in solitaria di All is lost; ma anche apprezzato, sensibile regista da Gente comune fino a La regola del silenzio.
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