Processo a una donna che non vuole invecchiare

Martedì 28 Gennaio 2020
IN PRIMA NAZIONALE
Venerdì 31 gennaio alle 21, al Teatro Comunale di Cormòns, debutta in prima nazionale Jezabel, spettacolo tratto dall'omonimo romanzo di Irène Némirovsky pubblicato nel 1936 e uscito in italiano solo nel 2007. Si tratta della prima messinscena teatrale di questo capolavoro della scrittrice ucraina morta nel 1942 a 39 anni nel campo di concentramento di Auschwitz, dove era stata deportata in quanto ebrea. Con la regia di Paolo Valerio e nell'adattamento di Francesco Niccolini, ne è protagonista, nel ruolo di Jezabel, Elena Ghiaurov. In scena con lei Roberto Petruzzelli (presidente della giuria / Mark Forbes), Leonardo De Colle (conte Aldo Monti / Claude-Patrice Beauchamp), Francesca Botti (Flora Adèle Larivière / Carmen Gonzalès), Sara Drago (Jeannine Percier / Lily Ferrer / Thérèse Beauchamp), Giulia Odetto (Marie-Thérèse / Eugénie), Jozef Gjura (Constantin Slotis / Olivier Beauchamp / Bernard Martin) e Sabrina Reale al piano.
SUBITO IN TOUR
Lo spettacolo (prodotto dal Teatro Stabile di Verona e e dal Teatro Stabile di Napoli) dopo la prima di Cormòns, lo spettacolo sarà in scena l'1 febbraio al Comunale di Belluno, dal 5 al 9 febbraio al Rossetti di Trieste, dall'11 al 16 febbraio al Mercadante di Napoli e dal 18 al 23 febbraio al Teatro Nuovo di Verona.
Sette lingue parlate perfettamente. Diciassette romanzi tutti tradotti in italiano. Idem i racconti, tutta narrativa d'alto livello, come i romanzi. Una laurea alla Sorbona col massimo dei voti a ventun anni. Due figlie dopo il matrimonio con un ingegnere russo innamoratissimo di lei. Questo, in sintesi, il ritratto di Irène Némirovsky, la cui opera è stata salvata dalle figlie Élisabeth e Denise che riuscirono a sfuggire alla deportazione nazista.
LA VICENDA
Inizia nell'aula di tribunale, in cui la protagonista è sul banco degli imputati accusata dell'omicidio del suo giovane amante ventenne. Viene così ripercorsa la storia tormentata e romantica di una sessantenne ancora molto bella che ha vissuto più matrimoni, che ha superato il lutto della morte della figlia ma che non ce la fa ad accettare il dramma per lei più grande: quello d'invecchiare. Quasi un parallelo con la nostra società attuale, che dà grande importanza all'immagine. Come nel romanzo, una delle componenti dello spettacolo è il ballo. «Jezabel dice Paolo Valerio è un romanzo crudele, umano e sublime. Il sentimento di smarrimento che ci attraversa, leggendolo, è l'immagine da cui sono partito per il progetto di regia. Una miriade di personaggi che entrano ed escono dalla vita di Jezabel, con Elena Ghiaurov che incarna un'eroina tragica, antica e contemporanea».
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