LA STORIA
Lasciò ben presto un'anonima vita di lavoro per inseguire la passione

Sabato 28 Marzo 2020
LA STORIA Lasciò ben presto un'anonima vita di lavoro per inseguire la passione
LA STORIA
Lasciò ben presto un'anonima vita di lavoro per inseguire la passione della cultura popolare e divenirne un apprezzato cantore. Malato da tempo, Gianluigi Gianni Secco se ne è andato nel silenzio di questi giorni. Belluno ha perso quella voce che la scuoteva dall'essere troppo schiva e con poca autostima.
LA BIOGRAFIA
Nato nel 1946 a Belluno, perito elettrotecnico diplomato nel 1965 all'Iti Segato, per alcuni anni lavorò in uno stabilimento della Sinistra Piave. Già nel 1961 era stato nel coro di montagna del Ctg, diretto da don Sergio Manfroi, assieme a Giorgio Fornasier, poi suo sodale nei Belumat. Fu attivo in varie avventure associative: presidente dell'Associazione Soraimar di Asolo e del Centro studi e documentazione Riti e Carnevali di montagna; fondatore dell'Orchestra da Camera di Belluno e del Circolo dialettale Al Zenpedon.
NON SOLO MUSICA
Nei dischi dei Belumat c'è una vasta antologia di canzoni in dialetto sempre attente a tradizione, usi e costumi del nostro passato, ma anche ironiche rappresentazioni dei nostri vizi quotidiani. Non si contano gli spettacoli di successo dei Belumat in tutto il Veneto. Molte le trasmissioni a Teledolomiti, condotte in dialetto con senso umoristico e della satira sociale. Originale l'esperienza di A pas da zinghen, uno spettacolo con lo stesso Fornasier, Loris Santomaso, Marino Perera e Aldo Antole. Notevole la produzione letteraria, tra cui Dimmi di che paese sei? con i disegni di Vico Calabrò, Polenta e tocio, Indovinamerlo!, Viva Viva Carnevale!, Da Nadal a Pasqueta, Mitincanto e Mata dedicato ai carnevali di montagna dell'arco alpino. Vanno aggiunti i due volumi La Piave dalla sorgente alla foce tra storia, leggende ed epopea degli zattieri. Con i Belumat e l'Abm, Secco viaggiò tra le Famiglie bellunesi d'Europa e d'America. Suoi i testi in dialetto, di Fornasier la sensibilità di musicista e così infiammavano i cuori dei nostri emigranti e dei loro discendenti. Così si raccolsero materiali etnografici, oggi conservati dalla Soraimar con il sostegno della Regione Veneto. Inoltre va ricordata la videocassetta-spettacolo Emigrate per i 35 anni dell'Abm.
IL TALIÀN
All'Abm Secco spalancò le porte della Belluno del taliàn in Brasile con buoni risultati. Primo, una nuova frontiera dell'emigrazione bellunese che poi vide proliferare molte nuove Famiglie. Secondo, il recupero di preziosi materiali etnografici che da laggiù ci hanno permesso di valorizzare l'identità culturale dei bellunesi, ovvero il nostro dna identitario, qui quasi destinato a liquefarsi in una più grande omologazione. In definitiva Secco ci ha lasciato molti e preziosi materiali: la speranza è che, grazie anche alle moderne tecnologie digitali, non vadano dispersi, bensì raccolti in un unicum museale fruibile come è già per quello della Soraimar. Gli si renderebbe così giusto omaggio consegnando alle future generazioni il germe di quelle radici culturali che egli indagò con amore per la sua terra natale.
Dino Bridda
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci