L'INTERVISTA
VENEZIA Uno sguardo su Venezia tra arte e scienza. È quello

Sabato 6 Giugno 2020
L'INTERVISTA
VENEZIA Uno sguardo su Venezia tra arte e scienza. È quello di Achille Giacometti, direttore dell'European Centre for Living Technology di Ca' Foscari. Fondato nel 2004, l'Eclt costituisce una delle eccellenze dell'Ateneo veneziano, diretto attualmente dal professor Achille Giacometti, docente di Fisica della materia condensata. 
Quali sono le finalità del Centro?
«L'Eclt è nato grazie a un progetto europeo dedicato alla vita artificiale, allo scopo di studiare come le molecole inanimate possano diventare un oggetto vivo. Dopo cinque anni il consorzio formato da diciassette partner internazionali, che aveva ottenuto un milione di euro in più proprio perché la sua attività aveva sede a Venezia, ha continuato la propria mission, attualmente orientata a indagare i fenomeni complessi ad ampio spettro, con tematiche che vanno dall'intelligenza artificiale alle applicazioni tecnologiche negli studi umanistici. Il nostro scopo è quello di lanciare ponti tra le diverse discipline».
Quali i progetti in corso?
«Stiamo lavorando all'Artificial Intelligence for Europe con l'obiettivo di creare delle sinergie tra le varie nazioni europee in tutti gli ambiti dell'intelligenza artificiale, inclusi quelli di tipo etico.  Vi è poi la ricerca legata all'implementazione di un Digital Health Lab, e cioè alla creazione di una filiera che partendo dall'applicazione clinica vada fino all'utilizzo dei modelli atomistici, rivelatisi di cruciale importanza anche durante questi mesi di emergenza sanitaria».
E in relazione al patrimonio artistico?
«Abbiamo recentemente sottoposto un progetto che utilizza tecniche di intelligenza artificiale ai metadata già digitalizzati nell'Archivio di Stato di Venezia e di quello di Istanbul. Tale tecnica permette di identificare delle proprietà emergenti e ricostruirne la storia sia in termini spaziali che temporali. Si poapronotrebbe immaginare qualcosa di analogo anche per il riconoscimento delle opere d'arte, così come avviene già per i brani musicali».
Il connubio arte e scienza potrebbe dunque aprire nuove prospettive per Venezia?
«Ne sono convinto. Esistono molte città della scienze e molte città dell'arte ma Venezia potrebbe rappresentare la perfetta sintesi tra le due dimensioni. Una delle nostre unità di ricerca è dedicata proprio al rapporto tra arte e scienza e tali sinergie multidisciplinari sono in grado di attrarre importanti finanziamenti che generalmente sfuggono alle università. Il segreto risiede dunque nel potenziare un nuovo paradigma della conoscenza. Certo, attraverso progetti che possano trovare in città un ambiente favorevole e siano in grado di incentivare la collaborazione con le istituzioni già presenti. Mi piacerebbe vedere la nascita a Venezia di tanti centri come Eclt, parte di una rete di centri simili in tutta Europa, in grado di affrontare in modo olistico le grandi sfide, scientifiche, tecnologiche e sociali. Questo attiverebbe un meccanismo per il quale le aziende, anche quelle tecnologiche, tornerebbero a Venezia creando quindi un indotto diverso da quello attuale».
Come realizzare ciò concretamente?
«Bisogna rendere possibili le residenze scientifiche e artistiche, consentendo ai ricercatori di trascorrere alcuni mesi in città e facilitando qui la loro presenza, in modo che le migliori menti creative  gravitino attorno a Venezia. A tale scopo servirebbe un organismo unitario al quale partecipino università, fondazioni culturali e istituzioni pubbliche, in grado di elaborare un modello di sviluppo condiviso e partecipato che ridisegni il nuovo volto della città».
Letizia Michielon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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