L'ANNIVERSARIO
Il Centro Studi Pasolini di Casarsa si appresta a dare avvio alle

Venerdì 14 Febbraio 2020
L'ANNIVERSARIO Il Centro Studi Pasolini di Casarsa si appresta a dare avvio alle
L'ANNIVERSARIO
Il Centro Studi Pasolini di Casarsa si appresta a dare avvio alle celebrazioni per i 75 anni dalla nascita della Academiuta di lenga furlana che Pier Paolo Pasolini fondò il 18 febbraio 1945, in occasione di uno degli incontri con i ragazzi che frequentavano la scuola da lui animata nel borgo di Versuta. Proprio martedì 18 febbraio la ricorrenza sarà ricordata in una cerimonia in programma alle 17.30 nella Sala Consiliare del Comune di Casarsa, a Palazzo Burovich De Zmajevich, alla presenza della sindaca Lavinia Clarotto, del presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin e del presidente del Centro Studi Pasolini Piero Colussi.
TRA GLI OSPITI SPECIALI
A portare un diretto ricordo di quella breve ma intensa esperienza culturale, oltre al fotografo Elio Ciol, prossimo a compiere novantun anni, che lo immortalò ci sarà Giuseppe (Nini) Bertolin: era fra i ragazzi dell'Academiuta, forse il più giovane avendo all'epoca solo dieci anni, ritratti nell'ormai celebre scatto realizzato davanti alla chiesa di S. Antonio Abate di Versuta.
I componenti dell'Academiuta furono così citati nell'ordine dettato dallo stesso Pasolini: oltre a lui, Cesare Bortotto, Nico Naldini, Bruno Bruni, Ovidio ed Ermes Colussi, Fedele Ghirart, Pina Kalc, Rico De Rocco e Virgilio Tramontin. Nella foto scattata da Elio Ciol si riconoscono Umberto Pasut, Luigi Bertolin (Tamaiot), Ovidio Colussi, Tonuti Spagnol, Pasolini, Bruno Bruni, Cesare Spagnol, Livio Colussi, Rizieri Cesarin, Giuseppe (Nini) Bertolin, Giovanni Krevatin, Pietro Colussi (Masena), Fedele Girardo, Dante Spagnol, Oreste Pasut, Alfredo Bertolin, Antonio Fantin.
Come simbolo dell'Academiuta (da uno schizzo di Rico De Rocco), un cespo di valeriana, o ardilut, che riporta il motto O cristian furlanut plen di veca salut (O cristiano piccolo friulano pieno di antica salute), mentre come lingua venne eletto il Friulano della sinistra Tagliamento, nel quale scrisse Pasolini annunciando l'atto di fondazione «troviamo una vivezza, e una nudità, e una cristianità che possono riscattarlo dalla sua sconfortante preistoria poetica».
IL RICORDO DEL CUGINO
Racconta Nico Naldini nel suo libro Pasolini, una vita (Einaudi, 1989): «Le riunioni dell'Academiuta avvengono ogni domenica pomeriggio nella stanzetta di Versuta e ciascuno degli accademici legge le sue nuove poesie; Pina suona il violino e Pier Paolo legge i versi di un poema in ottave Il Tancredi, una delle tante opere inedite finite nella nota cassapanca».
E così scriveva lo stesso Pasolini: «Ma che dolcissime Domeniche passammo quell'inverno e quella primavera in grazia della poesia friulana e della musica di Pina. Io e mio cugino Nico le ricorderemo spero come le più belle che abbiamo mai trascorso () Mi piace ricordare quelle nostre riunioni poetiche come una specie di Arcadia, o con più gioia, una specie molto rustica invero, di salotto letterario».
Proprio di Nico Naldini, nel corso dell'evento, sarà tracciato un puntuale profilo grazie all'intervento di Francesco Zambon, professore emerito di letteratura all'Università Trento e biografo dell'autore, cugino di Pasolini e certamente la figura di maggior spicco tra quanti frequentarono l'Academiuta.
ALTRI INTERVENTI
La studiosa pasoliniana Francesca Cadel, docente di letteratura all'Università di Calgary in Canada, e Rienzo Pellegrini, già docente di Lingua e letteratura friulana e Direttore del Dipartimento di Italianistica all'Università di Trieste, ripercorreranno la memoria di una così importante esperienza formativa e culturale e in particolare dei poeti dell'Academiuta, che riuscirono a concretizzare questi loro primi passi creativi con successive pubblicazioni delle loro opere in versi. Grazie proprio alla regia del professor Pellegrini il Centro Studi Pasolini proseguirà nel 2020 nella proposta di altri appuntamenti in ricordo dell'anniversario dell'Academiuta, che riporteranno all'attenzione degli appassionati e degli studiosi di Pasolini questo originale percorso creativo, di cui restano a testimonianza le pubblicazioni dei numeri della rivista Stroligùt e, sempre sotto l'egida delle edizioni dell'Academiuta, i volumetti Diarii (1945), I pianti (1946) e Dov'è la mia Patria (1949) di Pasolini, Seris par un frut (1948) di Nico Naldini e A Sonia (1946) di Luciano Serra.
DUE MOSTRE
È già aperta nella sede del Centro, a Casa Colussi, la mostra delle opere dell'artista friulano Mario Micossi dal titolo Ju pai ciamps di Versuta. Incisioni, graffiti e disegni sui luoghi di Pasolini (aperta fino all'8 marzo). Un'altra importante esposizione, sempre a cura di Pellegrini, sarà aperta il 16 maggio, in collaborazione con importanti istituzioni pasoliniane quali il Gabinetto Vieusseux di Firenze, la Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, la Biblioteca Civica Joppi di Udine: L'Academiuta di lenga furlana e il suo trepido desiderio di poesia'. Gli anni friulani di Pier Paolo Pasolini racconterà, attraverso documenti originali (lettere, pubblicazioni, foto, testimonianze) la straordinaria avventura pedagogica che si sviluppò fra Casarsa e Versuta durante la Seconda Guerra Mondiale e nell'immediato dopoguerra oltre che l'intero arco della produzione friulana di Pasolini: da Bologna (1940-1941) dove scrisse Poesie a Casarsa (in friulano) fino a La meglio gioventù (1954).
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