In File, riflessioni sull'essere popolo

Venerdì 17 Gennaio 2020
LA RASSEGNA
Vuole riflettere sul popolo, la 32^ edizione di In File, rassegna invernale di incontri organizzata dall'associazione I Colonos, che si snoderà in sei appuntamenti tra il 26 gennaio e il 22 marzo. E vuole rifletterne non tanto sul piano politico, quanto piuttosto sui valori ad esso connessi: il senso di comunità, la solidarietà, l'identità, l'aspirazione all'indipendenza.
«Quello del populismo spiega il direttore artistico Federico Rossi -, è un fenomeno esploso in maniera prepotente nelle sue varie declinazioni. È nata una nuova razza di leader, che agiscono in nome del popolo, in nome della cui sovranità mirano a scavalcare la tradizionale intermediazione delle regole democratiche e delle istituzioni rappresentative. Spesso questo filo diretto con il popolo passa attraverso la semplificazione di fenomeni di grande complessità, la mancanza di un pensiero critico, la cultura del nemico, l'istigazione all'ostilità nei confronti dello straniero e al disprezzo dell'avversario. Per questo conclude -, ci è sembrato di estrema necessità creare alcuni momenti di riflessione, di testimonianza e di confronto non tanto sul terreno politico, ma su quello di alcuni valori importanti connessi alla vera realtà del popolo».
GLI APPUNTAMENTI
Sotto il titolo Nel nome del popolo, quindi, la rassegna prenderà il via domenica 26 gennaio (ore 16.30) nella vecchia stalla dei Colonos, a recuperare simbolicamente l'usanza del mondo contadino di ritrovarsi in quegli spazi, nelle sere invernali, per condividere racconti e compagnia. Si parte con Di bestemmia e di canto: cosmologie friulane nelle crepe del tempo, un percorso storico (dal popolo dei tumuli, agli eretici medievali fino alla partigiana e artista Bruna Sibille Sizia) con Angelo Floramo (consulente scientifico della rassegna dal 2009), Martina Delpiccolo e Lino Straulino, per mettere in luce figure di donne e di uomini fortemente oppositivi.
Nel secondo appuntamento, Diligite iustitiam qui iudicatis terram (2 febbraio alle 11) Donata Degrassi e don Romano Michelotti faranno scoprire gli statuti delle comunità friulane medievali che, già nel XIII e XIV secolo, mettevano in rilievo l'interesse per il bene comune, l'attenzione ai più deboli, l'accoglienza dei forestieri, il rispetto per boschi e prati, spingendoci a riflettere su temi oggi quantomai attuali.
Il diritto all'autodeterminazione dei popoli sarà protagonista il 14 febbraio (20.30) con Il popolo catalano: indipendenza in un'Europa unita, assieme a Ernest Maragal, uno degli esponenti più eminenti del movimento indipendentista catalano, memoria storica di oltre 50 anni di battaglia per la libertà, fin dalla lotta clandestina antifranchista, e Bojan Brezigar.
Dalla Catalogna, alla lotta di un altro popolo: il 23 febbraio (ore 16.30) Azad Baharavi, docente e ricercatore universitario, consigliere di Khaled Issa (rappresentante del Rojava in Francia) parlerà di Rojava, la fabbrica dell'utopia curda, una regione nel nord est della Siria nata nel 2014 e basata sui concetti di democrazia, femminismo ed ecologia, ora sotto attacco turco.
E la voce del popolo si alza anche contro i signori: ne sarà una prova la serata del 6 marzo (ore 20.30), dedicata alle invettive eretiche di un giullare friulano del 500, Pieri Budiel, contro il perbenismo e l'ipocrisia di papi, imperatori e classi dominanti (declamazione di Angelo Floramo con il gruppo musicale Carantan).
Per la chiusura, In File si sposta al Narodni Dom di Trieste (22 marzo, ore 11), con In nome del popolo italiano. Il rogo delle identità, per ricordare i roghi che i fascisti accesero 100 anni fa a Trieste, presagio di altri che seguirono (intervengono tefan ok , Tatjana Rojc e Andrea Bellavite).
Dal 26 gennaio al 21 marzo, inoltre, sarà visitabile nella sala dei Colonos Dispatris/Dispatri, mostra di pitture ed incisioni di Safet Zec, artista bosniaco costretto ad abbandonare il suo paese nel 1992 a causa della guerra, riparando a Udine.
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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