DANZA
Dopo che il Covid ha chiuso ogni teatro, non poter danzare era diventato

Lunedì 10 Maggio 2021
DANZA Dopo che il Covid ha chiuso ogni teatro, non poter danzare era diventato
DANZA
Dopo che il Covid ha chiuso ogni teatro, non poter danzare era diventato un incubo. Ma sognare non fa paura, specialmente a 21 anni. E Lisa Roselli, una delle pochissime ballerine classiche professioniste polesane, il suo sogno l'ha realizzato in questi giorni: è entrata nella Compagnia nazionale del Teatro di Budapest dopo che il primo lockdown e lo stop agli spettacoli l'avevano costretta a rinunciare al suo contratto con il corpo di ballo del Teatro Mikhailovshy di San Pietroburgo. In un certo senso è la dimostrazione che i sogni possono battere la pandemia.
Lisa Roselli ha cercato la strada per reagire dopo aver perso il lavoro durante il Covid-19: come a lei, nel 98% dei casi è successo a donne, secondo i dati Istat sulla diminuzione degli occupati in Italia a fine 2020. E pensare che fino allo scorso anno aveva collezionato soddisfazioni e successi. Ma al Covid basta poco tempo per cancellare tutto, togliendo risultati raggiunti dopo anni di studio e sacrifici.
I PRIMI PASSI
La ballerina polesana ha mosso i suoi primi passi di danza nella scuola rodigina Artedanza, sotto la guida di Michela Ronda. Nel 2013 è approdata alla Scuola di avviamento professionale del Balletto di Verona, e nei successivi 3 anni ha partecipato con successo a diversi concorsi nazionali e internazionali. Infine ha coronato il sogno di tutte le ballerine di danza classica: l'accesso all'Accademia Vaganova di San Pietroburgo, tempio della danza mondiale dove si sono formati anche Nureyev e Baryshnikov. Dopo tre anni di Accademia e il conseguimento del diploma, nel 2019 era arrivato il contratto con il corpo del Mikhailovshy.
È stato «tutto entusiasmante fino all'aprile del 2020, quando è iniziato il mio incubo professionale e personale - racconta Lisa - a causa del virus progressivamente sono stati sospesi gli spettacoli, chiuso il teatro, interrotti gli allenamenti. Mi sentivo smarrita e senza prospettive. Ho deciso di chiudere la mia esperienza in Russia e di tornare a Lusia. A casa ho ritrovato l'affetto dei miei cari, ma, anche se continuavo ad esercitarmi, ero scarica, senza motivazioni. Sentivo che dovevo reagire».
IL VIDEO
Così è nata l'idea di realizzare un video con un'esibizione da inviare alle maggiori compagnie di danza classica europee, malgrado le audizioni fossero sospese in tutto il continente. Roselli ha contattato la sua prima insegnante, Michela Ronda. E, superando le difficoltà delle lezioni online, insieme hanno realizzato una coreografia. Dopo aver inviato il video «mi sentivo rinata, anche se non nutrivo speranze, vista la situazione causata dalla pandemia», confessa l'artista polesana. Che invece a fine marzo ha ricevuto una convocazione della Compagnia nazionale di danza del Teatro di Budapest per un'audizione in presenza.
L'AUDIZIONE
«Ho preparato l'esibizione appoggiandomi ancora a Michela per le sequenze di classico, e all'insegnante Nabila Zaia per le sequenze di ballo moderno». Quando è arrivata nella capitale magiara, davanti ad altre 39 ballerine professioniste provenienti da varie parti del mondo, il pensiero è stato che l'esperienza avrebbe potuto anche concludersi lì. Eseguita la coreografia, è tornata a Lusia soddisfatta, ma convinta che non sarebbe stata tra le 6 selezionate. «Invece in questi giorni ho firmato il contratto e il 15 luglio si riparte: se per quasi un anno non mi è sembrato vero l'incubo che ho vissuto, ora non mi sembra vero il sogno che si è realizzato in 2 mesi».
Nicola Astolfi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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