A PORDENONE
La mostra su Giovanni Antonio de' Sacchis chiude a quasi 40mila visitatori,

Martedì 4 Febbraio 2020
A PORDENONE
La mostra su Giovanni Antonio de' Sacchis chiude a quasi 40mila visitatori, per la maggior parte concentrati nell'ultimo mese. Un risultato considerato soddisfacente dall'assessore alla Cultura Pietro Tropeano che ora mentre è ancora visitabile fino al 23 febbraio Pordenone Experience, parte multimediale della rassegna pensa al dopo. In particolare, a una fondazione dedicata al Pordenone e allo Studiolo aperto al pubblico. «Si è chiuso un grande evento per la nostra città, la nostra regione e per tutto il mondo dell'arte tira le somme l'assessore un grande evento sul Rinascimento italiano, dedicato a tutte le sue eccellenze, in particolare alla figura del nostro grande artista de' Sacchis. È stato un viaggio attraverso questo bellissimo periodo storico del quale si sono intraviste, oltre a quelle esposte sulle pareti, la presenza di grandi artisti coevi quali Michelangelo e Raffaello. È una sensazione che hanno avuto tutti quelli che hanno visitato la mostra».
NON SOLO DALLA REGIONE
Dal punto di vista dei visitatori, il risultato è all'altezza delle aspettative? E da dove è arrivato il pubblico? «Il coinvolgimento di quasi 40mila visitatori è un record: sono poche le mostre in regione che hanno raggiunto questi livelli. È stato un risultato al di sopra delle aspettative: l'obiettivo fissato era decisamente inferiore. La cosa più bella è stata che la gente di Pordenone ha scoperto il Pordenone, ma i visitatori sono arrivati anche dal resto della regione, dal Veneto, da Roma, Firenze, Milano e dall'Austria. E i numeri sarebbero stati probabilmente destinati a crescere di molto, se la mostra fosse andata avanti, perché i visitatori sono cresciuti in maniera esponenziale nell'ultimo mese, che da solo ha eguagliato i due precedenti. Se la media complessiva è stata di circa 500 visitatori al giorno, a gennaio il dato è stato di circa 800. Evidentemente, oltre alla campagna pubblicitaria, a molto è servito anche il passaparola. È stato, insomma, un successo in termini di numeri e in termini di critica e ci ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati: far conoscere il nostro artista e fare un'operazione a favore della città, che ha voluto per tre mesi elevarsi a città d'arte e lo ha fatto bene».
LEZIONE PER IL FUTURO
C'è qualcosa, dal punto di vista organizzativo, che a posteriori avrebbe potuto essere fatto diversamente e meglio? «L'unica cosa che forse è mancata sono state le audioguide. Ci sono state tantissime guide che hanno dato un supporto importante nelle visite dei gruppi, in particolare alle scolaresche arrivate da tutta la Regione. Probabilmente un servizio di audioguide avrebbe aiutato anche i visitatori che non facevano parte di comitive ad apprezzare di più la mostra. Negli ultimi giorni, poi, si sono create code, ma siamo riusciti a gestire la situazione. Per il resto tutto è filato liscio, l'esperimento è riuscito e la scommessa è vinta, grazie anche al lavoro di squadra che ha coinvolto gli uffici comunali, i partner economici e istituzionali, Promoturismo, Villaggio Globale ed Erpac».
PROSSIMI PASSI
«Il Pordenone ha bisogno innanzitutto che si continuino a organizzare eventi di aggiornamento, almeno uno all'anno - auspica Tropeano - In secondo luogo, sarebbe bello creare una fondazione a lui dedicata. Infine, sarebbe importante riuscire a rendere lo studiolo accessibile a tutti, trovando un accordo fra i tre proprietari. L'assessorato farà il possibile perché ciò avvenga».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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