Circeo, piano di contenimento daini: screening sanitario sui primi 117 abbattimenti

Sabato 23 Ottobre 2021 di Vittorio Buongiorno
Il presidente dell'ente Parco nazionale del Circeo Giuseppe Marzano in uno dei punti più devastati della foresta

Il piano per il contenimento dei daini all'interno del Parco nazionale del Circeo entra nel vivo. «Il dovere istituzionale dell'Ente Parco è quello di tutelare la biodiversità e le specie autoctone.

dichiara il presidente dell'Ente Parco, Giuseppe Marzano - La popolazione di daino attualmente presente è destinata a un'espansione del suo areale con conseguenze distruttive ed irreparabili non solo per la biodiversità, ma anche su aspetti della sicurezza stradale e danni economici relativi alle colture agricole e serricole».


Il piano nel 2017 è stato approvato dal ministero che invitava ad operare con massima efficacia. Nel 2018 arriva anche la Valutazione di incidenza ambientale da parte della Regione. Un anno dopo viene avviata l'attività propedeutica all'attuazione del piano ma ad oggi siamo ancora al nastro di partenza. Dopo le polemiche feroci degli ambientalisti il parco ha tentato la strada delle adozioni dei daini. Ma le regole sono tali e le richieste talmente poche che ad oggi le rischieste sono solo 40. «Nel frattempo sono stati selezionati gli operatori che dovranno procedere agli abbattimenti - spiega la funzionaria del parco Ester Del Bove - hanno seguito il corso e svolto le prove finali». Sono pronti ad entrare in azione con i fucili con visori notturni e mirini di precisione.

«Ma non chiamateli cacciatori».
«Il primo passo sarà lo screening sanitario su un campione significativo di esemplari» chiarisce il presidente Marzano. In tutti 117 daini abbattuti o nel frattempo uccisi in incidenti verranno inviati all'Isitututo Zooprofilattico per scongiurare la presenza di malattie trasmissibili, in misura di una decina alla settimana. Quindi nel giro di tre mesi si arriverà al vero e proprio avvio del piano di abbattimenti o di trasferimenti laddove arriveranno richieste. «Parliamo di circa cinquecento esemplari l'anno» spiega Daniele Paoloni, responsabile delle operazioni per coto dell'Istituto Oikos che ha il coordinamento scientifico-operativo dell'intera operazione. Secondo i tencici questa è l'unica strada percorribile. Un piano per sterilizzare con vaccino gli esemplari femmina presenti nel parco appare impraticabile.
«Un piano doloroso, perché qui nessuno si diverte ad uccidere degli animali, ma soprattutto un piano necessario perché vogliamo tutelare e difendere un habitat straordinario e unico come quello del parco nazionale del Circeo» ribadisce il presidente Marzano tornando ad invitare le associazioni e le aziende agricole-venatorie che hanno i requisiti a farsi avanti per adottare i daini salvando dall'abbattimento. Ma intanto nel nord Italia da decenni nessuno si scandalizza se al ristorante trova carne di cervo: esemplari anche quelli abbattuti nell'ambito di piani di contenimento degli ungulati.
V.B.
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Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA