Violentò una disabile, condannato

Giovedì 29 Ottobre 2020
DAL TRIBUNALE
BELLUNO Condannato a cinque anni di reclusione, con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. L'uomo non solo non si è mai presentato in Tribunale, ma non ha nemmeno mai contattato il suo legale, come è stato ribadito ieri nell'arringa della parte civile, rappresentata dall'avvocato Valentina Gatti, che ha ottenuto il risarcimento di 5 mila euro e il pagamento delle spese processuali. Il pubblico ministero Simone Marcon aveva chiesto la condanna a sei anni di reclusione per D.B., il 51enne operatore socio sanitario di Catania e nato a Torino, accusato di aver violentato un'anziana e disabile psichica in Rsa ad Agordo, dove lui lavorava all'epoca dei fatti solo in prova. Non venne confermato al lavoro, non per questi fatti, che emersero successivamente, ma perché non venne ritenuto idoneo, visti alcuni suoi comportamenti L'uomo è difeso dall'avvocato Valentina Mazzucco. Mentre la vittima, una 74enne che ha al suo fianco anche un curatore (il legale Stefano Bettiol), si è costituita parte civile con l'avvocato Valentina Gatti.
GLI EPISODI CONTESTATI
Tre gli episodi contestati all'imputato dalla Procura e sarebbero avvenuti tutti mentre l'uomo era in servizio nella Rsa di Agordo, nel luglio di due anni fa. Con alcune scuse, l'operatore sarebbe riuscito a portare l'anziana in posti isolati dove l'avrebbe molestata e violentata. Un giorno, ad esempio, con il pretesto di raggiungere le macchinette del caffè per offrirgliene uno, l'avrebbe accompagnata negli scantinati della struttura polifunzionale e lì sarebbero scattati i primi approcci e apprezzamenti nei confronti dell'anziana. Ma per la pubblica accusa l'uomo si sarebbe spinto ben oltre, arrivando perfino ad allungare le mani nella biancheria intima di lei e a baciarla più volte e in modo insistente in bocca. In un altro episodio, raccontato dalla parte offesa, si sarebbe anche denudato. Dopo circa un mese, e tre episodi di presunta violenza sessuale, scattò la denuncia. La paziente, infatti, si confidò con un'assistente sociale, quella con cui aveva più confidenza, e partì immediatamente l'inchiesta. Il 51enne da indagato per violenza sessuale divenne presto imputato. L'anziana venne quindi ascoltata in sede di incidente probatorio con il giudice delle indagini preliminari Enrica Marson. Nell'incidente probatorio, che rappresenta l'udienza in cui si forma anche una prova per il processo, l'anziana era stata accompagnata dal suo curatore. Daniele Berto, psichiatra dell'Usl 16 di Padova, aveva effettuato test e domande alla donna per accertare la sua capacità a testimoniare, che era stata accertata. Così, dopo alcune fasi intermedie, era cominciato il processo per violenza sessuale. L'istruttoria era stata chiusa a metà settembre, in Tribunale a Belluno, dopo quasi cinque ore in cui avevano sfilato gli ultimi testi. Dieci per la precisione: i carabinieri che avevano svolto le indagini, alcuni operatori della Rsa di Agordo, l'educatrice-psicologa dell'anziana, il direttore della struttura, il consulente del pubblico ministero, ossia il medico psichiatra Tullio Franceschini, e il curatore Stefano Bettiol. (Fe.Fa.)
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