Vajont, Covid: due disastri, unica sfida

Domenica 11 Ottobre 2020
Vajont, Covid: due disastri, unica sfida
LONGARONE
Da un'emergenza ad un'altra: 57 anni dopo la catastrofe del Vajont, questa volta la sfida è contro la pandemia mondiale di Covid-19, che ormai da mesi caratterizza le nostre vite. Già una volta Longarone è stata in grado di uscire da una situazione drammatica, ed in occasione dell'anniversario del 9 ottobre si è tenuto ieri al Centro Culturale il convegno dal titolo La gestione delle emergenze: testimonianze dal Vajont al Coronavirus la prevenzione e la ricerca. Organizzato e voluto dalla Fondazione Vajont, l'evento aveva l'obbiettivo di riportare una cronaca della pandemia come testimoniata da ricercatori e operatori nel campo del settore emergenze, in prima linea nel periodo di maggiore necessità, ma non solo.
L'OBIETTIVO
«Abbiamo voluto questo appuntamento per far incontrare le similitudini sociali tra la nostra tragica storia del Vajont e l'impatto del Covid-19 sulla comunità -aveva commentato a riguardo il sindaco di Longarone Roberto Padrin Questo ci insegna che senza prevenzione e l'impegno della scienza, l'umanità sarebbe costantemente in pericolo». È stato proprio il primo cittadino ad aprire il convegno, lasciando poi la parola al moderatore Silvano Cavallet, il quale ha gestito lo svolgimento del dibattito tra i 5 relatori di giornata: Mattia Maestri (il paziente 1 di Cologno Monzese), il capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Fabio Dattilio, il direttore dell'Epfl (Ecole Polytechnique Fédèrale de Lusanne) Andrea Rinaldo, il direttore del dipartimento medicina specialistica e di laboratorio Roberto Rigoli, il ricercatore al Diamond Light Source di Oxford Marco Mazzorana e la Giustina De Silvestro, direttrice del servizio di immunoematologia di Padova.
LA TESTIMONIANZA
Per primo Mattia Maestri ha portato la propria testimonianza di come il virus sia un nemico che si può sconfiggere, cedendo poi la parola a Fabio Dattilio il quale, in collegamento telefonico da Roma, ha spiegato tutte le attività di primo aiuto in cui si sono adoperati i vigili del fuoco in questi mesi, dal trasporto dei malati tramite l'elicottero alla consegna di materiale essenziale, come il gel disinfettante, il tutto sempre rispettando loro stessi in prima persona quelle regole essenziali per contenere il contagio. È stato poi il turno di Andrea Rinaldo, esempio di come altri uomini di scienza, anche se non medici, abbiano dato il loro contributo durante la pandemia, in questo caso tramite la realizzazione di un modello matematico sullo sviluppo e la propagazione del Covid. Altro caso simile quello di Marco Mazzorana, eccellenza bellunese originario proprio di Fortogna, e ora ricercatore al Laboratorio Xchem di Oxford, dove grazie ad un macchinario di ultima generazione si svolgono gli studi più vari, tra i quali spiccano quelli per trovare e perfezionare moltissimi farmaci.
I MEDICI
A rappresentare infine il mondo medico hanno parlato Roberto Rigoli e Giustina De Silvestro, entrambi legati all'ospedale di Padova. Il primo ha raccontato le varie fasi della lotta al virus viste da dentro un laboratorio analisi, spiegando poi il funzionamento e l'importanza del nuovo test rapido antigenico, fondamentale per la sua velocità e precisione nell'individuare un'eventuale positività dopo il tampone. La seconda invece ha illustrato utilità e storia della Banca del Plasma, positivamente sperimentata in questi mesi e di cui le si può attribuire in gran parte il merito. La crisi è tutt'altro che finita, ma come chiaramente espresso ieri da tutti gli esperti impegnati in prima linea la via d'uscita è una sola: rispettare le regole, insieme, per far crescere la responsabilità comune di una battaglia che si può vincere solamente remando nella stessa direzione.
Pietro Alpago Novello
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