«Un patto etico contro l'appetito della mafia»

Giovedì 6 Agosto 2020
PREVENZIONE
BELLUNO Eliminare la zizzania, prima ancora che attecchisca. Ad avere il potenziale di diventare infestante, in provincia di Belluno, è la presenza di organizzazioni criminali, pronte ad entrare nelle maglie della crisi aperta anche dall'emergenza Covid-19. E il settore collegato al turismo risulta a tutt'oggi il più fragile. Ecco che il prefetto, Adriana Cogode, ha illustrato il documento che mira ad un puntuale monitoraggio, grazie alla collaborazione con i Comuni a maggiore vocazione turistica. Ieri le firme dell'Intesa per la legalità, lo sviluppo del settore ricettivoalberghiero e nelle attività economico-commerciali e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale.
L'INTESA
Il documento, che fa da barriera alle consorterie criminali, a detta del prefetto, è unico in Italia, visto che solamente Rimini ne è stato stilato uno che un pochino ci assomiglia: «Tant'è che questa nostra intesa potrebbe diventare un modello». A sottoscriverlo - oltre alla rappresentante del Governo, a Confcommercio, Federalberghi e ai vertici di Carabinieri, Questura, Guardia di Finanza c'erano i sindaci di Belluno, Auronzo di Cadore, Alleghe, Borca di Cadore, Cortina d'Ampezzo, Falcade, Livinallongo del Col di Lana, San Vito di Cadore, Selva di Cadore, Val di Zoldo (in realtà non tutti presenti ieri a Palazzo dei Rettori). Esclusi Comuni come Feltre, Pieve di Cadore o Agordo. «Questo gruppo di primi cittadini rappresentano lo zoccolo duro dell'iniziativa - ha spiegato Cogode - ma nessun altro, se interessato, sarà escluso dal partecipare all'intesa». I Comuni aderenti sono tenuti a sottoporre alla verifica antimafia nuove attività: «Ci sono state chiusure di attività economiche sono parole di Adriana Cogode gli appetiti ci sono e occorre stare all'erta perché i soldi girano nei contesti in cui c'è il bisogno ed un imprenditore può cadere, anche in buonafede».
LA BARRIERA
L'obiettivo dell'Intesa, insomma, sta nel salvaguardare l'imprenditoria sana: «Cioè le persone oneste che vogliono investire in provincia di Belluno, per i quali l'attrattiva è la legalità». Alla fine della fiera sta nell'interesse di ogni impresa avere la patente di legalità che arriva dopo il controllo. Tre le precisazioni da subito messe nero su bianco dal prefetto. Primo, il documento non vuole combattere infiltrazioni mafiose conclamate. Secondo, non è l'edilizia o i lavori pubblici ad essere messi sotto la lente d'ingrandimento. Terzo, l'esempio degli appalti che, già da due anni, riguardano Cortina dimostrano che la prevenzione funziona, visto che non sono state registrate situazioni preoccupanti. Orecchie che restano alzate, peraltro, per intercettare riciclaggio, usura, estorsione. «Ma anche interferenze da parte di soggetti controindicati sul piano antimafia nella libera attività imprenditoriale e commerciale». L'Intesa, di fatto, introduce una nuova norma rispetto al Codice, con verifiche su ingresso di nuove attività o modifiche di società a cui vanno tagliate subito le gambe: «L'aggiunta sta anche nell'impegno etico e il compito dei Comuni sta nel segnalare. Poi, attraverso il Gruppo Interforze, si eseguiranno gli accertamenti».
Daniela De Donà
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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