Turismo locale: marchio unico per il rilancio

Martedì 21 Novembre 2017
TERRITORIO
BELLUNO Pochi mesi per creare un brand unico del turismo bellunese e veicolare il prodotto montagne rosa sui mercati internazionali. Tre anni per vendere la vacanza sulle Dolomiti bellunesi ed entrare nei circoli che contano. Dopodiché il gran premio della montagna sarà raggiunto. E sarà tutta discesa. Intanto però bisogna cominciare a pedalare. La provincia di Belluno ha cominciato ufficialmente ieri, con la presentazione del piano di marketing territoriale curato da Eurac (l'accademia europea di Bolzano). Una prima pedalata che servirà a dare il la allo sviluppo turistico dell'intero territorio provinciale, a partire dai Comuni che confinano con Trento e Bolzano. Difatti, i 5 milioni e mezzo di euro del piano marketing sono finanziati dai fondi ex Odi.
L'OBIETTIVO
Valorizzare il potenziale inespresso. È questo il mantra del piano redatto dall'Eurac negli ultimi sei mesi di indagini. Tradotto in atti concreti significa allungare. Allungare le stagioni turistiche (in modo che il Bellunese non sia obbligato ad essere ancorato allo sci d'inverno e all'escursionismo d'estate); allungare la permanenza degli ospiti; allungare la capacità di spesa dei turisti. Il tutto senza tralasciare la sostenibilità ambientale e sociale, visto che il paesaggio selvaggio e incontaminato è una delle chiavi che possono aprire le porte dell'olimpo del turismo. Anche in barba ai vicini di Trento e Bolzano, che possono contare su strutture decisamente più al passo con i tempi, ma hanno ormai spremuto tutto il possibile dal loro ambiente naturale. «Il Bellunese può contare sui valori di wilderness, di bellezza, di storia e tradizione - spiegano Anna Scuttari e Gerhard Vanz, curatori del piano marketing -. L'obiettivo è tradurre questi valori in un'offerta turistica che sia organizzata, competitiva, internazionale e sostenibile. Per fare questo bisogna tessere la destinazione turistica, ovvero creare una governance e i servizi di base che formano il prodotto; e poi avvolgere l'ospite». La filosofia è chiara. Ma sarà anche attuabile? Gli esperti dell'Eurac ne sono convinti. Purché si diversifichi l'offerta. «Bisogna creare un marchio unico ben definito, da tradurre in tutti i mezzi di comunicazione - continua Vanzi -. Poi, bisogna consolidare i mercati italiani ed espandere l'offerta verso nuovi mercati. Oggi il 93% delle presenze sulle Dolomiti bellunesi arriva da Italia, Germania e Austria: bisognerà guardare verso Olanda, Belgio, Repubblica Ceca, Polonia, Scandinavia e Gran Bretagna; Cortina potrà puntare anche sul turismo emergente degli high spender americani, cinesi e russi». Per quanto riguarda il budget di 5,5 milioni di euro correlato al piano, il 91% sarà speso proprio per pubblicizzare Belluno e il suo territorio.
LE ASPETTATIVE
Il piano sarà gestito dalla Dmo Dolomiti, l'organismo pubblico-privato che ha in mano le chiavi del turismo bellunese. «Siamo convinti che questo piano darà ottimi risultati, a patto che tutti siamo in grado di lavorare assieme - dicono Daniela Larese Filon, presidente Dmo Dolomiti, e il deputato Roger De Menech -. A breve verrà costituito un organismo interno alla Dmo per coordinare l'attuazione del piano».
Damiano Tormen
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci