Troppi i paesi per vecchi: «È giunta l'ora di cambiare»

Sabato 26 Maggio 2018
Troppi i paesi per vecchi: «È giunta l'ora di cambiare»
IL CONVEGNO
BELLUNO Belluno può non essere un paese per vecchi. Aprendo un'università, avviando corsi di alta formazione e master, offrendo incentivi economici ai ragazzi espatriati purché facciano le valigie e tornino da mamma, favorendo i servizi per famiglie, trattenendo con i denti e con le unghie la sanità, incentivando il turismo e dando una spintina all'edilizia, la provincia ce la può fare. Governando il cambiamento, sostanzialmente, per dirlo alla maniera del segretario generale aggiunto di Cisl, Rudy Roffarè.
IL TAVOLO
È stata una sorta di chiamata alle armi quella del sindacato che, ieri mattina, ha convocato a Villa Carpenada i parlamentari bellunesi, colleghi e rappresentanti di categorie per il convegno Lavorare in rete per governare il cambiamento: le proposte della Cisl per il territorio. Attorno al tavolo dei relatori, chiamati a dire la propria sul denso documento di proposte elaborato dalla sigla, si sono trovati il presidente della Provincia Roberto Padrin, il direttore di Confindustria Andrea Ferrazzi e i parlamentari Roger De Menech, Federico D'Incà, Luca De Carlo e Paolo Saviane. Assenti, per impegni, Dario Bond e Mirco Badole. Attivare l'intelligenza collettiva, ritrovarsi attorno ai tavoli, stendere idee e non aver paura del cambiamento, è stato questo l'appello rivolto da Cisl. I temi toccati sono stati tanti: la necessità di rendere gli stati generali della Provincia un gruppo di lavoro permanente, la realizzazione di un polo culturale, la gestione il migliore possibile dei fondi territoriali, la sanità, i trasporti e altro. A dominare su tutti, chiaro, la grande piaga dello spopolamento, che genera a cascata gli altri nodi. «Il nostro è un territorio indebolito dal trasferimento delle famiglie e dalla bassissima natalità le parole di Roffarè -. Dal 2011 al 2018 abbiamo perso 6287 persone. Bisogna dare ai giovani un buon motivo per rimanere nella nostra terra, una prospettiva, un sogno. Non si tratta solo di fermare lo spopolamento, ma anche di far ritornare i ragazzi già partiti». C'è dunque oggi più di ieri la necessità di lavorare in rete. Messi sul piatto gli ideali, le linee guida da perseguire, è volata anche qualche idea concreta.
LE PROPOSTE
Nessuno si è azzardato a parlare di accorpamenti, fusioni di Unioni Montane, eliminazione di enti doppi o altro. Non sono state avanzate nemmeno grandi progettualità, piuttosto si è parlato di intenti. Il governo del territorio, da snellire, ha trovato d'accordo un po' tutti. «Il report della Cgia ci ha fornito una foto dell'attuale situazione e ora un gruppo di esperti ci aiuterà a capire entro quali linee guida riorganizzare i nostri enti le parole di Padrin , ci forniranno una proposta concreta che presenteremo agli stati generali. Oggi ci sono un'infinità di enti che gestiscono diversi aspetti del territorio». Gli ha fatto eco Umberto Soccal, presidente del Consorzio Bim, intervenuto al tavolo. «Bisognerà pensare ad aggregazioni di servizi le sue parole , perché i singoli Comuni, specie i piccoli, da soli non ce la fanno».
Alessia Trentin
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