Tre telecamere filmarono per mesi i regionali furbetti del cartellino

Sabato 25 Maggio 2019
IL PROCESSO
BELLUNO È stata una battaglia su ogni singola immagine ogni singolo servizio svolto dai carabinieri ieri in aula, in Tribunale a Belluno nel processo ai regionali del servizio forestale, furbetti del cartellino. Ed è così che in un'intera mattinata nel processo hanno parlato solo due testimoni: il comandante del Norm di Belluno, che indagò, tenente Giorgio Bergamo e il maresciallo Virtuoso che lavorò ad alcuni servizi. Il giudice Edoardo Zantedeschi ha dovuto rinviare a altra data le altre deposizioni dei testimoni già pronti a sfilare in aula.
Alla sbarra per le accuse di falsa attestazione in servizio e truffa aggravata ai danni dello Stato, ci sono: Lorenzo Pertoldi, 60enne di Belluno, Claudio Tura, 64enne nato a Brunico, Fabio Da Re, 47enne bellunese, Rosanna Lunardon, 59enne bellunese, Antonio Palma, 62enne anche lui nato a Belluno e l'ex dirigente bellunese, ora a Venezia, Pierantonio Zanchetta (accusato solo di omessa denuncia). La Regione è parte civile, con l'avvocato Sebastiano Tonon di Venezia, che ieri si è dimostrato piuttosto agguerrito. I forestali infatti, secondo le accuse, uscivano senza timbrare, risultando di fatto ancora al lavoro, per andare principalmente al Bistrò Bembo, ma anche a fare la spesa o altro. A inchiodarli le immagini raccolte dalle telecamere installate dai carabinieri.
Le indagini sono state illustrate dal tenente Bergamo. Tutto iniziò da una fonte confidenziale che segnalò quello che sarebbe stato costume comune dei forestali regionali. L'allora procuratore Francesco Saverio Pavone disse: «Indagateli tutti». Vennero sistemate 3 telecamere: una sulla porta principale, una su quella carraia e una sulla laterale. I forestali vennero controllati dal 29 maggio 2015 al 16 ottobre 2015. Non fu possibile sistemare una telecamera sopra il macchinario dove i forestali timbravano, ma con l'incrocio dei dati delle presenze sono state ricostruite le assenze: ore in cui i dipendenti risultavano al lavoro e venivano pagati, ma erano in realtà fuori. Dalle domande della difesa, come quelle dell'avvocato Luciano Licini è emersa quella che potrebbe essere la linea difensiva: ovvero che i dipendenti andavano al vicino Genio Civile per lavoro, delle pratiche. Erano 12 in totale i forestali finiti nei guai, ma metà sono stati assolti in abbreviato. A processo sono rimasti quelli che avevano assenze superiori alla mezzora: sotto i 30 minuti, non è reato.
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