«Strade chiuse: noi rifugisti in ginocchio»

Sabato 27 Febbraio 2021
SEREN DEL GRAPPA
Il rischio valanghe impone di limitare il transito lungo le strade che portano a Cima Grappa. Una chiusura che però è soggettiva a seconda dell'Ente gestore di uno o dell'altro tratto di strada. Una situazione che ha portato all'esasperazione i gestori dei rifugi della zona, già duramente colpiti dalla pandemia. Alcuni si ritrovano ad avere le strade aperte e possono essere raggiunti dai turisti, altri invece no.
LE STRADE
La valanga che nello scorso fine settimana è scesa lungo la strada per Cima Grappa ha spinto gli Enti gestori, in quanto la competenza è di realtà diverse, ad emanare delle ordinanze restrittive per la fruizione della strada. Ecco quindi che la provinciale 148 Cadorna è stata chiusa da Viabilità Vicenza 24 ore su 24 rendendo difficile il raggiungimento di alcuni rifugi come quello delle Bocchette di Seren del Grappa o lo Scarpon di Vicenza, mentre la provincia di Treviso ha chiuso al traffico veicolare e pedonale un tratto della provinciale 149 del Monte Grappa solamente dalle 16 alle 8.
LA PROTESTA
«Nessuno nega che non ci sia il rischio di caduta slavine in quanto neve ce n'è e le temperature sono alte, il problema sono le ordinanze che vengono emesse da più enti, creando una confusione totale spiega Dario, gestore del rifugio Scarpon -. Com'è possibile che in una strada ci sia una chiusura totale ed in un'altra solo di parte della giornata? O si inizia a ragionare su una gestione unica per questo tratto di strada oppure regna solo incertezza». «Il risultato è che noi magari conosciamo anche le limitazioni, ma la maggior parte delle persone no e quindi ci sono escursionisti che partono da casa e quando arrivano si trovano le sbarre chiuse, con tutti i disagi del caso», aggiunge ancora Dario. A dare man forte la collega Laura Tabacchi, del rifugio Bocchette di Seren del Grappa: «L'ordinanza ci crea dei grossi disagi e delle problematiche importanti. Il rischio slavine c'è, ma è uguale per tutte le strade che ruotano intorno a Cima Grappa. Non ci sono dei tratti di serie A e dei tratti di serie B». Ordinanze che tra l'altro non hanno neanche un termine, in quanto si dice «fino a cessato allarme». Quello che sottolineano i gestori è che sfortuna vuole è che queste ordinanze arrivano sempre il fine settimana, quando c'è più lavoro.
LE DIFFICOLTÀ
Un quadro difficile che si inserisce in un 2020 da dimenticare per i gestori dei rifugi e un 2021 su cui è scritto un grande punto interrogativo. «Siamo stati chiusi davvero tanto e nei mesi per noi fondamentali prosegue Laura del rifugio Bocchette -. Abbiamo perso la scorsa primavera e i mesi di dicembre e gennaio e siamo riusciti ad aprire solo in questo mese di gennaio ma, chiaramente, limitando gli accessi per le regole anticontagio; parliamo di una riduzione del 50% dei posti a sedere nel rifugio». La richiesta di Laura è chiara: «Lasciateci lavorare». Anche per Dario del rifugio Scarpon la situazione è difficile: «Abbiamo perso marzo, aprile e maggio dello scorso anno e poi dicembre e gennaio a causa della pandemia. Adesso le ordinanze». Di ristori, neanche l'ombra.
Eleonora Scarton
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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