Sicurezza tra i monti, il video Unesco dedicato ai turisti

Sabato 19 Giugno 2021
L'INIZIATIVA
BELLUNO L'aumento del turismo di prossimità, che con la pandemia ha fatto favorire luoghi di montagna, perchè isolati e spaziosi, ha portato con sé la necessità di ribadire come sia opportuno prepararsi per affrontare un sentiero, piccolo o grande che sia, avendo cura di mettere in atto atteggiamenti che siano rispettosi dell'ecosistema delle Dolomiti.
La montagna infatti impone di frequentarla con regole precise, per non farsi trovare impreparati e, soprattutto per non farsi male. Proprio con questa finalità la Fondazione Dolomiti Unesco ha presentato ieri, in Provincia a Belluno, una campagna che mira ad informare i nuovi frequentatori della montagna. Protagonista del video (ora sui social della Fondazione e su altri canali a lei connessi) è stato Dolomeyes, ovvero un Om Selvarech, rappresentato tradizionalmente dalla figura di un omone completamente ricoperto di vegetali che vive solitario e lontano dall'uomo, in comunione completa con la natura. Lo stesso personaggio mitico delle Dolomiti si trova faccia a faccia con alcuni villeggianti: chi in infradito sui sentieri (che poi vengono morsi da qualcosa), chi sullo sdraio a mettersi protezione solare che va a finire nel circostante, chi dentro un rifugio a sprecare acqua inutilmente.
LA PRESENTAZIONE
La presentazione della campagna informativa è avvenuta alla presenza della direttrice della Fondazione Unesco, Mara Nemela, del presidente di Palazzo Piloni, Roberto Padrin, del presidente dei gestori di rifugi alpini del Veneto, Mario Fiorentini, della vicepresidente della stessa associazione di rifudi del Trentino, Roberta Silva. C'erano poi i presidenti del Cai del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, rispettivamente, Silverio Giurgevich e Renato Frigo, nonché il regista del video Cristiano Perricone per BrodoStudio, un'agenzia di Udine che ha ideato la campagna di sensibilizzazione.
GLI ORGANIZZATORI
«L'estate 2021 ha esordito il padrone di casa, Padrin segna in qualche modo la ripartenza dopo il Covid e tutti ci auguriamo possa avere una buona stagione per il turismo e le attività ricettive, rifugi in testa». La direttrice della Fondazione, ha ribadito come Dolomeyes «è il primo progetto con cui ho avuto modo di confrontarmi ed è un perfetto esempio del metodo di lavoro con cui la Fondazione interagisce con il territorio e la comunità», afferma Mara Nemela. Il Club alpino italiano, nella persona del presidente friuliano Giurgevich ha fatto presente come, attorno alle Dolomiti Unesco «stiamo stringendo sempre più alleanze per una frequentazione della montagna più sostenibile». Il collega del Veneto, dal canto suo, ha evidenziato quanto sia fondamentale «trasmettere in maniera chiara e semplice alcuni messaggi. Una campagna di comunicazione come questa, colorata, fresca e innovativa nel linguaggio, affianca l'informazione che da anni cerca di trasmettere il Cai». Una frequentazione, per l'appunto, che cambia e cresce, in cui il rifugio diventa sempre più una mèta e non un punto dipartenza. «Ma il rifugio, è bene sottolinearlo, non è un albergo», ha precisato per l'associazione Rifugi del Trentino, Silva, che ha portato l'esempio «dell'acqua, che è un bene prezioso e la sua erogazione è un servizio particolarmente difficile da garantire in alta quota: chi pernotta nelle nostre strutture deve esserne a conoscenza». Il collega per i Rigugi del Veneto, Mario Fiorentini aggiunge come la collaborazione con la Fondazione può aiutare gli escursionisti a capire alcune peculiarità dei rifugi, non note ai più. Dal canto suo il regista del video Cristiano Perricone ha tracciato i contorni dell'immaginario a cui Dolomeyes si ispira: «L'idea alla base è quella di riuscire a parlare della mostruosità a più generazioni».
Federica Fant
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci