Servizio civile, fuga dei nonni

Lunedì 25 Gennaio 2021
Servizio civile, fuga dei nonni
IL CASO
BELLUNO A.A.A. volontari del servizio civile anziani cercasi. Da una trentina a sette: sono crollati i numeri di chi, già in pensione, decide di impegnarsi a servizio del Comune e della comunità entrando nelle fila dei volontari guidati da Paolo Zaltron. «Per ora non è un grande problema rivela il loro coordinatore -, perché molte attività sono ferme a causa del Covid, ma quando tutti i progetti riprenderanno e ci sarà bisogno di sfalciare prati, potare siepi e intervenire con manutenzioni alle ringhiere e nelle scuole, allora avere più persone su cui contare farà comodo».
EFFETTO COVID
Il periodo, certo, non aiuta. I volontari sono ultra sessantenni che, raggiunta la pensione, decidono di occupare parte del tempo in piccoli lavoretti di pulizia e manutenzione del territorio e degli edifici pubblici a fronte di un riconoscimento economico. Fino ad un anno fa il reclutamento avveniva tramite bando regionale e il fondo per pagare i volenterosi arrivava proprio da Venezia. Da quando la Regione ha sospeso l'iniziativa si può entrare nelle fila semplicemente facendo domanda al Comune che assicura con i fondi di bilancio un gruzzolo per queste importanti figure. Ma oggi, si diceva, le richieste mancano.
L'ESERCITO
Zaltron può fare affidamento su uno zoccolo duro di 7 uomini, con lui ormai da diversi anni, ma ai tempi d'oro si era arrivati a raggiungere quasi le trenta unità. Poi, circa 3 anni fa i volontari da 27 si sono ridotti a 17 e da circa un anno sono 7. «Il fatto è che non si tratta di un passatempo, è un impegno vero e proprio spiega il coordinatore -. Vengono richiesti anche lavori faticosi come lo sfalcio dei prati e le pulizie e non tutti se la sentono, c'è anche chi soffre di acciacchi e di mal di schiena e non può assicurare certi servizi. Insomma, i motivi per cui il gruppo si è assottigliato sono vari e su tutti pesa, ovviamente, la pandemia». Le squadre, d'altra parte, non si sono mai fermate. Anche nei mesi più caldi del contagio e durante il lockdown gli anziani hanno assicurato il loro impegno portando i buoni spesa alle persone in difficoltà economica segnalate dai servizi sociali, andando a fare la spesa e portandola a casa a chi, in isolamento, non aveva nessun altro che potesse aiutarlo. Inoltre sono loro, con la Protezione civile, ad aver distribuito nelle zone pubbliche della città i dispenser con il gel igienizzante, ad aver appeso fuori dai parchi i cartelli durante il lockdown. E, ancora, approfittando della chiusura delle scuole hanno anche effettuato riparazioni varie negli edifici. Un lavoro portato avanti in sette. «Di questi tempi non tutti se la sentono di impegnarsi in un servizio a contatto con altre persone conclude Zaltron -, il momento non è buono e lo vedo anche dalle risposte avute dal bando civile universale. Il ragazzo che viene nel mio ufficio, per esempio, non è di Belluno ma di Trichiana». Insomma, adesso il bisogno è limitato ma non sarà sempre così. Quando la pandemia sarà superata e la bella stagione richiederà maggiori sforzi per tenere a bada il verde pubblico, allora ci sarà bisogno di più forze in campo e poter contare su squadre ben nutrite di volontari sarà importante.
Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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