«Scout speed non omologato», multa annullata

Mercoledì 4 Agosto 2021
«Scout speed non omologato», multa annullata
FELTRE
Scout speed di Feltre: il giudice di pace Fabrizio Schioppa ha annullato un'altra sanzione. Mentre si attende la decisione della Corte di Cassazione, riguardo alla multa presa da un'automobilista di San Vendemiano (Treviso), continuano i ricorsi al tribunale di Belluno da parte di persone rimaste intrappolate nell'ormai noto scout speed. Finora, tutti quelli che hanno impugnato la sanzione hanno anche vinto. L'ultimo caso riguarda una donna residente nel Trevigiano che si era rivolta all'avvocato Fabio Capraro per far valere i propri diritti. Come è stato dimostrato, l'apparecchio non era omologato. Quindi: multa illegittima.
IL CASO
Nel ricorso, depositato il 20 maggio, la donna impugnava il verbale di contestazione della polizia locale di Feltre chiedendone la sospensione e l'annullamento o, in caso di rigetto, l'applicazione del minimo edittale. Dalla sanzione sembrava infatti che l'apparecchio scout speed, a postazione fissa, fosse stato approvato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) con decreto numero 1323 dell'8 marzo 2012 «ed estensione dell'omologazione numero 2430 del 3 maggio 2013 ed estensione numero 260 del 20 gennaio 2014». In realtà, secondo la tesi difensiva, l'apparecchio in oggetto non risultava aver mai ottenuto l'omologazione dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), ma solo una mera approvazione «intervenuta con determina dirigenziale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti». La ricorrente chiedeva quindi la nullità del verbale, anche per manifesta lesione dell'articolo 3 della Costituzione.
LA SENTENZA
Il giudice Schioppa le ha dato ragione soffermandosi a lungo sulla differenza tra omologazione e approvazione. «Stando a quanto previsto dalla normativa in materia si legge nel dispositivo l'omologazione ministeriale autorizza la riproduzione in serie del prototipo di un apparecchio appositamente testato in laboratorio. La semplice approvazione, invece, risulta essere un procedimento di tipo semplificato, non richiedendo la comparazione del prototipo con caratteristiche ritenute fondamentali o da particolari prescrizioni previste dal regolamento». Si tratta di due procedure diverse. In linea generale, si ricorre all'omologazione quando è necessario attestare che il prototipo di un determinato apparecchio (come l'autovelox) risponda alle caratteristiche richieste da regolamento. Mentre sarà sufficiente l'approvazione qualora il regolamento non indichi caratteristiche o prescrizioni particolari cui attenersi. «L'omologazione ha sottolineato il giudice è un procedimento, oggi eseguito dal Mise, avente lo scopo di verificare l'efficacia e il corretto funzionamento degli autovelox e la loro rispondenza a determinate caratteristiche tecniche. Serve, in sostanza, a conferire valore legale di prova alle fotografie scattate e alla velocità rilevate». Nel verbale impugnato si legge che la violazione è stata accertata con apparecchio scout speed, omologato dal ministero, «ma quando si va a verificare la presenza del decreto di omologazione nel fascicolo di causa del comune di Feltre non si trova in realtà nulla». È presente solo un certificato di taratura che però ha una valenza differente. «Dunque conclude il giudice al di là del fatto sorprendente che nel verbale sia stata indicata un'omologazione dell'apparecchio che non risulta esservi mai stata, risulta comunque palese il contrasto con la Corte Costituzionale secondo cui i prototipi utilizzati per la misurazione elettronica della velocità devono aver ottenuto la debita omologazione da parte del Mise e non del Mit». Insomma, la normativa sembra chiara ma sarà la Cassazione a mettere un punto fermo sull'intera vicenda.
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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