Scienziato con la testa tra le stelle il cuore batte tra i monti bellunesi

Domenica 18 Novembre 2018
L'ASTROFISICO
BELLUNO La fotografia postata, nel cerchietto dei contatti whatsApp, la dice tutta sull'uomo. Non un'immagine paludata, magari scattata accanto al telescopio. Piero Benvenuti, nominato venerdì alla guida dell'Agenzia spaziale italiana, appare tra mughi e pini con zaino in spalla e camicia a quadri. Sullo sfondo le Dolomiti («Stavo salendo verso la Croda da Lago»). Il legame con la terra bellunese è profondo ed antico. «Per la passione per la montagna e per le amicizie». Tant'è che ieri lo scienziato, Commissario straordinario al posto di Roberto Battiston, era a Belluno.
IL PRIMO TELESCOPIO
Il bosco e la roccia. Le ferrate e le arrampicate. «Da quando avevo 14 anni sono iscritto al Cai è il ricordo - ad iniziarmi all'arrampicata, portandomi lungo le prime vie, fu Giuliano De Marchi». La montagna che va a braccetto con le stelle. Benvenuti era adolescente quando alzò gli occhi per scrutare il cielo, rimanendone affascinato. Tanto da costruire un telescopio fai da te, ad Auronzo di Cadore. Qui ha inizio la sua carriera di astrofisico: «In paese i miei genitori avevano una piccola casetta, ci trascorrevo l'estate è il racconto avrò avuto quindici anni quando mi procurai un vecchio cannocchiale, in realtà un teodolite di recupero per il quale avevo costruito la montatura equatoriale con del legno che mi ero procurato in una segheria della zona. Da quelle prime osservazioni nacque la curiosità, il desiderio di saperne di più di astronomia». Benvenuti si innamora, quindi, di pianeti ed astri. E non li molla più: «Ho visto il cielo di allora tra le vette dolomitiche, un cielo non contaminato dalle luci artificiali che oggi ci impediscono la visione delle stelle», afferma con un velo di nostalgia.
ALPINO IN VAL VISDENDE
Alpino Benvenuti: presente! Dopo il corso ad Aosta (il 62° Auc, tiene a precisare), l'esploratore Benvenuti venne assegnato, come sottotenente di complemento, al Battaglion Cadore, nella caserma di Tai di Cadore. Il cappello d'alpino è là, nella sua casa di Conegliano, pronto per essere indossato alle adunate. «Quando riesco a combinare i tempi e gli impegni partecipo alle sfilate. Di sicuro non rinuncio all'incontro con la mia squadra di esploratori. Tra loro anche un mio alpino che ha un bar in Nevegal». L'ultima volta è di pochi mesi fa: «Ci siamo ritrovati in Val Visdende, proprio nel luogo dove ci eravamo accampati nell'estate del 1970. Ricordo che, al tempo, alcuni andavano sul Piave a pescare le trote». Lo scienziato ha negli occhi gli abeti distesi al suolo dell'uragano di fine ottobre. Non ha parole: «È stato un terribile colpo al cuore».
LA CARRIERA
Piero Benvenuti fa parte del gotha mondiale nel suo campo: già docente di astrofisica delle alte energie all'Università di Padova, venne eletto ad Honolulu segretario dell'Unione astrofisica internazionale, facendo da nocchiero a 12mila astrofisici di 75 Paesi. Da agosto ha terminato il mandato, pur mantenendo la carica di consigliere. Lungo il curriculum: già membro del Consiglio di amministrazione dell'Agenzia spaziale italiana (Asi), già commissario straordinario e poi presidente dell'Istituto nazionale di astrofisica, per vent'anni collaboratore dell'Agenzia spaziale europea. Insomma, esperienza da vendere. Che gli sarà utile in questo nuovo prestigioso incarico, tra scienza e industria spaziale. «L'agenzia spaziale si occupa sia di ricerca che di applicazioni tecnologiche che utilizzano lo spazio», precisa Benvenuti. Insomma, non si deve pensare solo a razzi e astronauti. L'ambito che vede ora a capo lo studioso veneto è ampio: «Dai satelliti di osservazione della terra ai satelliti meteorologici, dalle telecomunicazioni alla navigazione satellitare». L'astrofisico, che ha sostituito nell'incarico Roberto Battiston e che ora è Commissario straordinario dell'Agenzia spaziale italiana, ha ben chiaro il lavoro che lo aspetta: «Compresa la ricerca e l'esplorazione del sistema solare».
Daniela De Donà
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