Rogo in pizzeria: processo lontano prescrizione vicina

Mercoledì 17 Novembre 2021
Rogo in pizzeria: processo lontano prescrizione vicina
PIEVE DI CADORE
Non è ancora stata fissata una data per il processo che riguarda l'incendio doloso che il 24 aprile 2017 distrusse la pizzeria Mordi e fuggi di Pieve di Cadore. Sono passati più di 4 anni e mezzo dai fatti diventeranno 5 ad aprile 2022 e già si manifesta il rischio prescrizione (7 anni nel caso dell'incendio doloso). L'udienza di ieri mattina, in tribunale a Belluno, è servita per raccogliere le istanze delle parti e le liste testi di ciascuno ma il giudice ha rinviato al 13 dicembre, giorno in cui saranno decise le date del processo. Una cosa è certa: il dibattimento comincerà nel 2022 e, visto il numero dei testimoni (31 solo per il pubblico ministero per un totale di oltre 40 persone), si preannuncia un'odissea.
SOTTO ACCUSA
Gli imputati di incendio doloso sono cinque: il 38enne Luigi Zanettin (presente in aula con gli avvocati Massimo Montino e Piero Longo), il 61enne napoletano Giuseppe Lauro (anche lui presente, con l'avvocato Giulia Munerin), il 44enne reo-confesso Fabio Laritonda (avvocato Francesco Fontana), il 25enne di Brindisi Pasquale Ferraro (avvocato Francesco Monopoli) e il 45enne titolare della pizzeria Alessandro Piccin (avvocato Jenny Fioraso). Tantissime anche le parti civili a cui si è aggiunta ieri la Cattolica assicurazioni (avvocato Stefano Ederle). I cinque imputati devono rispondere di incendio doloso, truffa ai danni dell'assicurazione e danneggiamento aggravato per quanto avvenne a Pieve di Cadore, 4 anni e mezzo fa, alle 3.24 del mattino.
AZIONE PIANIFICATA
Per la Procura di Belluno sarebbero stati loro a causare l'incendio della pizzeria Mordi e fuggi, cospargendo di benzina l'interno del locale e poi appiccando il fuoco. Le fiamme divamparono in fretta e raggiunsero addirittura i serramenti dello studio dentistico di Domenico Chiesa. Ma che motivo c'era di incendiare la pizzeria? Secondo il pubblico ministero «Piccin ideava e pianificava l'azione allo scopo di ottenere il risarcimento dei danni dall'assicurazione». Sarebbe stato Giuseppe Lauro a trasportare Fabio Laritonda e Pasquale Ferraro sul proprio taxi fino alla pizzeria. Solo per Alessandro Piccin c'è anche l'accusa di calunnia poiché nell'immediatezza dei fatti avrebbe riferito falsamente ai carabinieri una frase sentita da Antonio Staiano: «Ti faccio saltare la pizzeria».
LE PARTI OFFESE
L'udienza preliminare era stata rinviata diverse volte a causa dell'emergenza sanitaria da covid-19. La piccola stanza al terzo piano, riservata ai procedimenti di questo tipo, poteva contenere al massimo sei persone mentre le parti - tra imputati, avvocati, parti offese, pubblico ministero, giudice e cancelliere - erano più di 20. Per svolgere l'udienza il gup aveva optato per il corridoio in modo da rispettare il distanziamento, ma gli avvocati si erano opposti e tutto era stato posticipato di 4 mesi. Nella data successiva, dopo diverse eccezioni presentate dagli avvocati della difesa (tutte respinte), c'era stato il rinvio a giudizio degli imputati. Ieri ne sono state presentate altre e l'udienza (che avrebbe dovuto essere puramente interlocutoria) è durata più di un'ora. Oltre agli imputati c'è una lista interminabile di persone offese. Si tratta di venti nomi tra cui compare persino Dolomitibus poiché l'incendio danneggiò la fermata dei bus che si trova proprio di fronte alla pizzeria Mordi e fuggi di Pieve. Gli altri sono la parrocchia di Santa Maria snc, farmacia Tiziano sas, ferramenta Rovara srl, negozio Fioreria Angolo Verde, abbigliamento L'uomo, Anna Dall'Acqua, Nellio Candido, Angela Zanettin, Pasquale Arbia, Rocco Bianco, Giovanni Tabacchi, Aman Bagheri, Tuche srl, Sandro Zanardo, Domenico Chiesa, Tiziana Da Rolt, Groupama assicurazioni, Antonio Staiano e la proprietaria del locale della pizzeria Renata Da Rolt. Circa la metà di loro (e ieri anche la Cattolica assicurazioni) è parte civile.
Davide Piol
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