Rogo di Piaia: «Non è stata colpa mia»

Venerdì 17 Settembre 2021
Rogo di Piaia: «Non è stata colpa mia»
SAN TOMASO
«Sono innocente, l'incendio non è partito dal mio fienile». Il processo deve ancora iniziare (nell'udienza filtro di ieri mattina, in tribunale a Belluno, il giudice ha fissato solo le date per l'audizione dei testimoni), ma Dario Pianezze, 80enne nato a Bolzano e residente a San Tomaso Agordino, ha voluto sottolineare subito tramite il suo avvocato Marco Crepaz che lui, nell'incendio di Piaia, non c'entra nulla. «Noi escludiamo ha dichiarato il legale che le fiamme siano partite dal nostro fienile o che Pianezze abbia avuto parte nell'evento».
LA RICOSTRUZIONE
Secondo la ricostruzione della Procura, il disastro sarebbe partito da una condotta fumaria fai da te collegata all'esterno del fabbricato, nella parte sottostante il poggiolo, al civico 41 di Piaia. Proprio la casa di Dario Pianezze che alla fine degli accertamenti è stato rinviato a giudizio per incendio colposo. Le fiamme divamparono la sera del 21 gennaio 2019 da un fienile della frazione di Piaia. Accadde tutto in fretta, verso le 20, e il rogo si estese prima a un altro fienile, poi a una, due, tre, quattro case mettendo fuori uso anche i ripetitori della Vodafone. I vigili del fuoco, arrivati in massa con oltre trenta operatori e quattordici automezzi, lavorarono senza sosta per domare l'incendio.
IL SOCCORSO
L'imputato venne soccorso dai pompieri mentre, sotto choc, cercava di portare in salvo le sue cose. Inizialmente il pubblico ministero Simone Marcon aprì un fascicolo contro ignoti, per incendio colposo: apparve evidente infatti che si fosse trattato di un evento in cui il dolo non era presente. Erano state individuate solo le parti offese: 8 proprietari che si sono affidati agli avvocati bellunesi per vedere risarciti i danni patiti. Tra questi, in particolare, una coppia di turisti residente in Lussemburgo che aveva appena acquistato una delle case, distrutta dal fuoco quella sera. Ma all'interno del gruppo dei danneggiati c'era anche Dario Pianezze, il proprietario del fienile da cui sembrava essersi originato l'incendio. La successiva ricostruzione tecnica dei vigili del fuoco però non gli ha lasciato scampo. È stato evidenziato, in fase di indagine, come nel fienile in legno al civico 41 di Piaia, dove c'erano attrezzi e la vettura di famiglia, fosse stata sistemata una stufa a legna fai da te. L'ipotesi è che servisse per essiccare i salami, di cui avrebbe parlato l'anziano anche la sera del disastro cercando di salvarli. La condotta fumaria della stufa passava attraverso il muro e si collegava all'esterno, nella parte sottostante al poggiolo. È da lì che si sarebbero originate le fiamme: da quel poggiolo esterno surriscaldato per il malfunzionamento, o scarsa manutenzione, della condotta fumaria.
IL ROGO
Quella sera, per fortuna, la maggior parte delle abitazioni era vuota: una era stata da poco ristrutturata da un proprietario del posto, che si era spostato un po' più a valle; l'altra era stata abitata fino a pochi anni prima da una persona locale e poi venduta a un turista. Sul posto, in supporto ai numerosi pompieri residenti, intervenuti per dare una mano, c'erano anche il sindaco di San Tomaso, Moreno De Val, e diversi cittadini. Chi spargeva sale affinché le strade piene d'acqua non ghiacciassero, chi cercava di aiutare in qualsiasi altro modo. Il giudice Feletto, ieri mattina, ha aperto il processo e fissato le date delle udienze. Nella prima, che si svolgerà il 12 dicembre prossimo, saranno sentiti i testimoni della pubblica accusa. Ma la difesa, avvocato Marco Crepaz, ha anticipato che lotterà fino alla fine per dimostrare l'innocenza del suo assistito: «Le fiamme non sono partite dal suo fienile».
Davide Piol
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