Riaperto il ponte di Alverà distrutto dall'alluvione-killer

Sabato 27 Novembre 2021
Riaperto il ponte di Alverà distrutto dall'alluvione-killer
CORTINA D'AMPEZZO
Completato e asfaltato, è stato riaperto ieri il ponte sul torrente Bigontina, nell'abitato di Alverà, lungo la strada comunale che attraversa il villaggio. «E' un bel risultato, per chi abita qui commenta l'assessore Luigi Alverà perché è evidente che ci si avvia alla fine dei lavori. Oltre alla viabilità ci si dedica anche alla sistemazione dell'alveo del torrente e delle strutture connesse. Tutto ciò sta avvenendo dopo quattro anni dall'alluvione del 2017 e dopo gli eventi del 2018».
LAVORI A PESCOSTA
Oltre al ponte è stato sistemato anche un altro manufatto, poco più a monte, in località Pecosta, lungo la stradina sterrata che sale al Lago Scin: «Tutta la zona è stata messa in sicurezza, la strada comunale ora è transitabile, così come le strade forestali. Per tutti questi lavori dobbiamo ringraziare la Regione Veneto, con i Servizi forestali. Oltre a queste opere, si sta concludendo anche la messa in sicurezza degli argini del Bigontina». Sotto il nuovo ponte è stato rimodellato l'alveo, è stato eliminato un angolo marcato, che aveva creato grosse apprensioni, in quelle giornate. Sino a quel ponte erano arrivati grossi massi, del volume di diversi metri cubi; oggi questo non può più accadere, perché a monte ci sono diverse briglie di contenimento, che possono fermare decine di migliaia di metri cubi di materiale.
POI IL COLPO DI VAIA
L'emergenza in Ampezzo, nei giorni di Vaia, a fine ottobre 2018, fu diversa da quella delle altre valli, nelle Dolomiti: il problema più grave fu rappresentato dall'acqua, non dagli alberi schiantati dal vento. «Tre anni fa vivemmo giorni molto difficili, una settimana tremenda, che venne soltanto un anno dopo l'episodio devastante del 5 agosto 2017, con l'ondata di piena che uccise Carla Catturani, con l'acqua che entrò in molte case e in alcune attività turistiche e artigianali ricorda Alverà allora si vedeva crescere l'acqua del Bigontina, che portava a valle grandi quantità di detriti. A un certo punto c'erano otto escavatori che lavoravano contemporaneamente, in pochi metri di torrente, fra le case del villaggio, per togliere la ghiaia e i sassi dall'alveo, così da evitare che l'acqua tracimasse. C'erano contemporaneamente 24 grossi camion che portavano via il materiale». Oggi il Bigontina risulta dunque meno minaccioso, grazie all'innalzamento degli argini, all'abbassamento del letto, così da non avere deposito solido. E' al lavoro anche Veneto Strade, per rifare il ponte sul Ru de ra Graes, lungo la strada 48 delle Dolomiti per il passo Tre Croci, in località Rio Gere; un intervento analogo è previsto, l'anno prossimo, per il ponte più piccolo, in prossimità del Lago Scin.
Marco Dibona
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