PROTEZIONE CIVILE
BELLUNO Tanti ingranaggi, quelli di migliaia di volontari,

Domenica 9 Dicembre 2018
PROTEZIONE CIVILE
BELLUNO Tanti ingranaggi, quelli di migliaia di volontari, che si sono messi in moto in contemporanea. Dando vita ad un meccanismo che non ha avuto praticamente alcun inceppo. «Affiatamento, senza gelosie», sintetizza la ricetta Ivo Gasperin, della sezione alpini della Protezione civile, sottolineando come il primo mattone giusto sia stato posto, in Prefettura, dalla «apertura preventiva» di sabato 27 ottobre. In occasione della Giornata mondiale del volontariato, il Csv di Belluno ha messo insieme più voci che si sono alternate in Sala Bianchi nel racconto dell'esperienza. Che, a detta di tutti, ha evidenziato la specificità della situazione. Perchè le braccia della Protezione civile bellunese sono abituate ad operare in ogni parte d'Italia, magari per chi è terremotato. Ma quanto è più difficile a casa propria: ad essere messa a dura prova è stata anche la parte emotiva dei soccorritori. «Una responsabilità speciale era sulle nostre spalle», sintetizza Paolo Zampieri della Croce Rossa che si è occupata, tra l'altro, di consegnare bombole di ossigeno e acqua nell'Agordino. Ma ognuno ha fatto la propria parte. Chi, in Zoldo, «ha svuotato scantinati», ha ricordato Cinzia Soldan. Oppure, ad Auronzo, ha precisato Vittoria Fachin «ha tenuto d'occhio frane e corsi d'acqua». In Alpago, guidati da Nardo Mognol del'Ana «si è provveduto immediatamente ai transennamenti, alla segnaletica, o a mettere in piedi una cucina». A parlare, dopo i saluti di Marco Bogo e Marco Perale per il Comune di Belluno, e Renzo Poloni per la Fondazione Cariverona, sono stati Stefano Zannini e Alessandro Santin per il Cai, i sindaci Andrea De Bernardin (Rocca Pietore), Paolo Perezin (Feltre) e Ueli Costa per il Comune di Tambre). Proprio Perenzin ha sottolineato la qualità «della risposta civile all'altezza della situazione, banco di prova di un buon lavoro fatto prima». Alex Barattin ha buttato lo sguardo all'inverno che avanza: «Il territorio è stato massacrato, alcune aree sono prive di protezione naturali e quando arriveranno le nevicate si saranno problemi».
Barattin ha ribadito come l'efficacia e la competenza messe in luce nei giorni dell'emergenza si possa racchiudere in un numero: «Delle migliaia di volontari nessuno si è fatto male. E sono state 5000 le ore di soccorso». Applausi e strette di mano, infine, a chi è divenuto quasi un simbolo nazionale della resistenza al vento e all'acqua: il sindaco Andrea De Bernardin. «L'ultimo messaggio che riuscii ad inviare prima del totale isolamente è quello a Bottacin, gli scrissi «Mandami l'esercito».
Daniela De Donà
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