«Proteggere gli allevamenti contro le predazioni del lupo»

Mercoledì 15 Luglio 2020
«Proteggere gli allevamenti contro le predazioni del lupo»
I PROGETTI
BELLUNO Sono otto i branchi di lupi censiti in provincia. Probabilmente non sono tutti. Agricoltori, allevatori, cacciatori mirano ad una convivenza pacifica con questo predatore. Ecco la necessità di rieducarlo a cibarsi della fauna selvatica. Come? Mettendo al sicuro pecore, capre, asini e cavalli dotandosi di recinzioni adeguate e di cani da guardiania. «Ringraziamo la Provincia per il continuo ascolto delle problematiche relative alla fauna selvatica - ha detto Michele Nenz (Coldiretti Belluno) -. Per gli agricoltori questo è un momento difficile: nella parte alta della provincia i maggiori danni derivano dal cervo; nella parte bassa invece abbiamo contemporaneamente cervi e cinghiali. La presenza del lupo ha sicuramente colpito la fauna selvatica, ma ne ha anche cambiato i comportamenti facendola arrivare anche d'estate fino a fondovalle». Nenz parla in modo chiaro: «il mondo della agricoltura non vuole risarcimenti, semplicemente non vorrebbe il danno. Bisogna riportare gli ungulati ad un numero accettabile. Per quanto riguarda il lupo, ricordo che ne parliamo dalla Pasqua 2017. La prima predazione avvenne in Nevegàl prosegue Nenz -. Oggi assistiamo alla presenza di almeno otto branchi. Agli agricoltori sono stati fatti corsi, date indicazioni. La prima cosa è proteggersi con l'installazione di reti elettrificate e dotarsi di cani di guardiania». Il funzionario di Coldiretti ha sottolineato come, volendo, il lupo ha da mangiare, si tratta di rieducarlo a cibarsi della fauna selvatica. «Il futuro della caccia è quello di andare sempre più verso una gestione sostenibile dell'ambiente e della fauna - ha aggiunto Alberto Colleselli, rappresentante del mondo venatorio -. Il cacciatore deve essere colui che aiuta a riequilibrare la demografia della fauna selvatica, anche controllando alcune specie che stanno aumentando in modo problematico e tutelando quelle specie che proprio per la crescita delle altre potrebbero entrare in difficoltà di sopravvivenza». Per Colleselli il fatto che l'Ispra che rappresenta l'ente di riferimento per la gestione faunistica, abbia capito che è necessario riequilibrare il rapporto dei sessi degli animali selvatici cacciabili è un passo avanti. Il lupo, invece? «Non può e non deve essere un problema del mondo venatorio. Il lupo deve essere riportato nella sua sede naturale». Colleselli ha aggiunto che, in alcune zone, ma non nel Bellunese, sono consentiti dei piani che prevedono piccoli prelievi. Il consigliere delegato di Palazzo Piloni, Franco De Bon ha sottolineato come vanno conservate le popolazioni delle specie, non gli individui. (Fe.Fa.)
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