Presa a bottigliate in piazza dopo aver fatto l'elemosina

Sabato 11 Luglio 2020
IL PESTAGGIO
PADOVA «Ti spacco i denti, ti spacco la testa». Queste le minacce che si è sentita dire una 67enne padovana, seduta al bar in piazza della Frutta, colpevole di aver fatto l'elemosina ad un uomo di colore. Il gesto di solidarietà non è andato giù ad un bellunese di 37 anni, pregiudicato per furto e rapina, che l'ha aggredita brandendo una bottiglia di birra e colpendole una gamba con una sedia in ferro. L'episodio di violenza e razzismo è accaduto giovedì a mezzogiorno nel plateatico del bar Angolo 16, tra piazza della Frutta e via Fiume. Il giovane, con alle spalle problemi di alcol e droga, è stato bloccato nel primo pomeriggio dalla polizia. Z.A. è stato denunciato per minacce aggravate, il questore Isabella Fusiello ha emesso il foglio di via obbligatorio per Belluno con il divieto di tornare in città.
IL RACCONTO
«Mi trovavo seduta ai tavoli del bar con un'amica racconta la vittima, moglie di un noto ristoratore del centro storico quando si è avvicinato un uomo di colore per chiedere l'elemosina. Avevo con me qualche monetina e lui mi ha gentilmente ringraziato. La scena è stata vista da un signore che era appena uscito dal supermercato lì accanto, avrà avuto circa 60 anni, che ha iniziato a bestemmiare e inveire contro di me. Ha detto che è colpa di t*** come me, se siamo pieni di n*** in Italia. E ha aggiunto che questi non se ne vanno via neanche se gli dai fuoco». La signora ha quindi deciso di ribattere. «Ho risposto che con i miei soldi ci faccio ciò che voglio spiega -. A quel punto si è intromesso il ragazzo sbandato, con cane a seguito, dicendo che sono una p*** per aver dato soldi ad un immigrato. Poi ha aggiunto che aveva rischiato di prendersi duemila euro di multa davanti al Pam per non aver indossato la mascherina». La rabbia del 37enne bellunese era incontenibile. «Non so nemmeno ripetere tutte le offese e le ingiurie che mi ha lanciato ricorda la donna con amarezza -. Allora gli ho chiesto cosa volesse da me, di lasciarmi stare, ma la situazione è peggiorata».
LA FURIA
Il giovane ha dato un calcio ad una sedia del locale, puntando verso la signora che è stata lievemente colpita in una gamba. E poi è passato alle minacce. «Mentre teneva in mano una bottiglia di birra racconta ha detto che se mi avesse trovata ancora in giro, mi avrebbe messa in un angolo e stuprata». La donna è stata soccorsa da un passante e poco dopo, all'esterno del bar, sono arrivati due agenti della polizia per raccogliere la testimonianza e la descrizione dell'aggressore. «Mi ha colpito vedere che tutte le persone sedute ai tavolini del bar sono rimaste in silenzio ammette la vittima -. Nessuno è intervenuto in mio aiuto, solo un uomo si è avvicinato chiedendo a quello sbandato di andar via. Ormai viviamo in un clima terribile, a livello nazionale si promuove una campagna politica contro gli stranieri e allo stesso tempo il lockdown ha amplificato un disagio sociale profondo. La cosa che fa riflettere è che le aggressioni sono state compiute da due italiani, non certo dallo straniero che chiedeva l'elemosina. Chi mi ha offesa per primo è stato un uomo della mia età che era semplicemente andato a fare la spesa, come siamo ridotti? Tutto questo è inaccettabile. La città di Padova è sicura, non è questo il tema, il problema di fondo è una politica che soffia sul disagio sociale». La 67enne padovana conclude con una riflessione sulla violenza di genere. «Sono convinta che questi due soggetti aggiunge non abbiano gradito che una donna sia stata in grado di rispondere alle loro provocazioni. Sono uomini abituati ad essere violenti nei confronti del genere femminile, con atteggiamenti di sopraffazione».
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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