Potature bocciate la condanna di Italia Nostra

Mercoledì 14 Aprile 2021
LA DENUNCIA
BELLUNO Capitozzatura. Quello che per i più è una parola misteriosa, per la sezione bellunese di Italia Nostra costituisce una quotidiana offesa e un continuo attacco alle piante. Soprattutto nel territorio comunale di Belluno.
IL NATURALISTA
Dopo ripetute visite negli uffici di Palazzo Rosso per richiamare l'attenzione e il rispetto della legge, Anacleto Boranga, socio del sodalizio che sta fra l'altro conducendo un inventario degli alberi monumentali del comune capoluogo, guida e divulgatore naturalistico ambientale, usa anche l'ironia per denunciare quanto accade: «Dostoevskij diceva la bellezza salverà il mondo; possiamo richiamare questa frase a proposito delle mirabili architetture arboree realizzate da un autentico artista del verde urbano bellunese». Ma poi l'ironia si fa denuncia: «Peccato che le opere di questo artista non siano riconosciute e addirittura non ammesse dalle normative comunali, come il Regolamento di esecuzione del Piano Regolatore, e nemmeno da quelle ministeriali, cioè il Decreto del Ministero dell'Ambiente del 10 marzo 2020. Ma l'incompreso protagonista dei capolavori, per fortuna, non lo sa e continua ad operare per la gioia dei nostri occhi». La capitozzatura è un'operazione che permette di potare un albero in circa mezz'ora e con personale poco qualificato, mentre una potatura più attenta può richiedere anche due-tre ore. Consiste nel taglio drastico dei rami di un albero al di sopra del punto di intersezione dei rami.
LA PRESIDENTE
Ci pensa Giovanna Ceiner, presidente della sezione bellunese di Italia Nostra, a spiegare cosa succede ad una pianta: «Vengono tagliati dei rami anche grossi e importanti; questo costringe l'albero ad attivare le gemme latenti sottostanti e nascono dei rametti che appaiono come le dita di una mano aperta. Qualcuno vuole spacciare questa pratica come mezzo che aiuta la pianta ad irrobustirsi, invece è l'esatto contrario: l'albero perde sicurezza, perde stabilità e si indebolisce. Poi magari si ammala e viene tagliato». La presidente Ceiner non riesce a spiegare e a spiegarsi perché ciò accada: Come è possibile? Perché lo fanno? Lo sanno cosa comporta questa pratica?. Di certo al Comune di Belluno manca un responsabile incaricato del verde pubblico. E questa figura non è un vezzo, un optional, ma una figura imposta dallo stesso Decreto del Ministero dell'Ambiente dello scorso anno. Poi, come già detto da Boranga, c'è un regolamento comunale di esecuzione del piano regolatore redatto dal Comune, ma è proprio il Comune il primo a non rispettarlo».
Giovanni Santin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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