Posti di lavoro: meno occupati causa maltempo

Venerdì 21 Settembre 2018
OCCUPAZIONE
BELLUNO Il mercato del lavoro in provincia di Belluno? Per il secondo trimestre 2018 tira aria di moderato ottimismo in casa Cisl. Per il segretario Gianni Pasian e il suo aggiunto Rudy Roffarè molto è dipeso dal meteo negativo fino a fine giugno che ha gravato sul lavoro stagionale. Comunque sia c'è stato un saldo positivo per 410 posizioni anche se la crescita è stata inferiore alle 1.595 dello stesso periodo del 2017.
POSTI DI LAVORO
Continua, poi, il recupero di posti di lavoro (6.800) dall'aprile 2014, che fu il momento peggiore della crisi, anche se a giugno 2018 mancavano all'appello ancora 2.250 posizioni per raggiungere i livelli pre-crisi. Chi paga di più sono le donne (-245), mentre gli uomini hanno un saldo positivo di 655 unità (+1.225 nello stesso periodo del 2017). Quest'ultimo calo preoccupa, poiché interessa gli over 54 (-135 contro i +85 del 2017), ma anche la fascia 30-54 anni registra un saldo di -95 contro i +635 dello scorso anno. Indicazione soddisfacente, invece, per gli under 30 che sono aumentati di 640 unità (il saldo del 2017 era 870). Passiamo ai vari comparti. L'industria regge scendendo dai +455 del 2017 ai + 305 di quest'anno: +200 per il metalmeccanico (pari del 2017), + 370 per le costruzioni (erano +350), cede di poco l'agricoltura (da +210 a +185). Note poco liete nei servizi: modesta tenuta per l'istruzione (-915 contro i -990 del 2017), legata alla scadenza dei contratti dei docenti; trasporti e magazzinaggio si attestano a -265 (-160 nel 2017); i servizi di pulizia cedono 85 unità contro la crescita di 65 unità dell'anno scorso. Segno positivo per i servizi turistici, ma solo di 565 unità contro i 1.145 posti di lavoro dello stesso trimestre 2017. La situazione per aree vede l'Agordino in calo (-110, ma nel 2017 era un +175), Feltre e Belluno sostanzialmente stabili (però nel 2017 crebbero rispettivamente di 330 e 60 unità), il Cadore aumenta di 500 lavoratori contro i 1.030 dell'anno precedente. Passiamo alle tipologie contrattuali. Il saldo positivo poggia sulla crescita del tempo indeterminato (+150, nel 2017 era -20), mentre il tempo determinato registra un +145 (+925 nel 2017) per effetto dell'aumento di cessazioni e delle trasformazioni. Per quanto riguarda l'apprendistato c'è un +75 (idem nel 2017), mentre crolla il settore dei lavoratori in somministrazione: +620 nel 2017, +40 quest'anno. Cedono anche i contratti a chiamata (+465 nel 2017, -35 nel 2018), il parasubordinato ha una leggera flessione e passa da -80 a -65, mentre il domestico è quasi invariato e passa da +15 a +20. In definitiva in generale l'industria arretra, rallentano le forme contrattuali atipiche, aumentano quelle a tempo indeterminato anche grazie agli sgravi contributivi della legge di bilancio 2018 per chi assume giovani lavoratori. Urgono politiche attive per riqualificazione e ricollocamento per gli over 54, risorse e strategie per la formazione continua, incentivi di fine carriera per chi è vicino alla pensione.
Dino Bridda
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