«Occhialeria, perderemo un miliardo»

Giovedì 18 Giugno 2020
«Occhialeria, perderemo un miliardo»
L'ANALISI
BELLUNO Per colpa del coronavirus le previsioni del 2020 per l'occhialeria italiana sono drammatiche, con un trimestre in perdita del 17,7%, pari a circa 200 milioni di euro. Parola di Anfao, l'Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici che ha sede a Milano ma che conta come soci più numerosi le ditte bellunesi. Dopo un confortante 2019, il futuro è a tinte fosche. Basti pensare che tra 2019 e l'attuale stagione la produzione è passata da un +3,3% a un -15% e che il +3,9% dell'export è crollato a -25%. «Un disastro - commentano Giovanni Vitaloni, presidente di Anfao e Mido, e Andrea Ferrazzi, direttore di Confindustria Belluno Dolomiti - Complessivamente la previsione sulle esportazioni dell'occhialeria italiana nel 2020 potrebbe attestarsi intorno a una perdita del 25%, pari a quasi 1 miliardo di euro». All'origine di tutto, il blocco delle esportazioni nei mercati statunitense, europeo e asiatico.
LE ESPORTAZIONI
Nel 2019 l'occhialeria italiana ha esportato 103 milioni di paia di occhiali, quantità in leggero aumento rispetto al 2018 (+1,9%). L'inizio del 2020, invece, ha visto il diffondersi dell'emergenza Covid-19, «mettendo da subito in difficoltà le aziende del settore che vendono oltre confine il 90% delle loro produzioni - spiega il presidente Vitaloni - All'impossibilità di giungere in Asia fin da subito, le imprese hanno dovuto affrontare il problema della mancanza di forniture di materie prime e di semilavorati. Per ovviare a tale impossibilità, esse si sono rivolte a mercati di approvvigionamento differenti, sostenendo costi superiori. Inoltre, alcune grandi aziende con attività produttive in Cina, da cui servono principalmente il mercato cinese e attigui, hanno dovuto sospendere la produzione». Poi il 22 febbraio, quello che sembrava impensabile accade. L'Italia entra in uno dei momenti più bui della sua storia dopo il dopoguerra e viene dichiarata la pandemia globale. «Il settore dell'occhialeria perde il suo principale evento fieristico internazionale, la Mido, che viene rinviato al 2021 e partono oltre 60 giorni di lockdown del paese - ricorda Vitaloni - Le aziende dell'occhialeria che producono dispositivi medici (occhiali da vista) e di protezione individuale (occhiali da sole) vengono considerate filiere primarie, di beni di prima necessità. Allo stesso modo gli ottici sono autorizzati a mantenere aperte le loro attività. Però nonostante questa possibilità, messe in sicurezza le aziende secondo le disposizioni istituzionali, molte realtà hanno dovuto comunque ricorrere alla cassa integrazione perché gli ordini dall'estero si sono improvvisamente azzerati».
PRIMO TRIMESTRE 2020
A livello di esportazioni il primo trimestre 2020 si è chiuso per l'occhialeria italiana con una perdita in valore del 17,7%, circa 200 milioni di euro in meno rispetto al primo trimestre del 2019. In termini di aree geografiche significative si parla di un -20,3% in America, di un -16,5% in Europa e di un -16,3% in Asia. «Ciò che raccogliamo dalle nostre aziende non ci consente ottimismo - evidenzia Vitaloni - Sappiamo che la situazione è difficile per tutto il Paese e per questo ci accodiamo nella richiesta di misure davvero efficaci a sostenere l'economia e i consumi. Tra queste, quella di un voucher per l'acquisto di occhiali da vista per dare almeno un minimo impulso ai consumi e, al tempo stesso, portare l'attenzione sull'importanza della vista che potrebbe passare in secondo piano in questo momento». Ad aggravare la situazione, oltre all'impossibilità di evadere ordini precedenti, ci sono stati la cancellazione degli appuntamenti fieristici nonché l'annullamento di viaggi di lavoro. Non trascurabili nemmeno i maggiori costi derivanti dalla gestione dell'emergenza, dall'adeguamento allo smart working per il personale d'ufficio, dall'avvio di procedure di sicurezza e di misure di protezione per il personale, dall'adattamento dei luoghi produttivi. Senza dimenticare i nuovi metodi di presentazione delle aziende e dei prodotti che vanno dal digitale alla produzione di nuovi campionari da spedire con costi di logistica aumentati».
IL DIRETTORE
«La situazione, dati alla mano, è veramente drammatica - commenta il direttore di Confindustria Belluno Ferrazzi - Purtroppo, comprensibilmente, una ricetta per uscire da questa situazione ora non esiste. Di certo la carta più vincente si rivelerà la riapertura dei mercati statunitense ed europeo, ma va attesa quando i pericoli sanitari cesseranno. Al momento è tutto fermo e le occhialerie bellunesi, che rappresentano l'80% di Anfao, soffrono. La maggior parte è in cassa integrazione. Ma quel che temo è che la situazione peggiori nei prossimi mesi».
Raffaella Gabrieli
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