«Non ho fatto nulla, sono tranquillo»

Lunedì 19 Febbraio 2018
«Non ho fatto nulla, sono tranquillo»
L'INCONTRO
BELLUNO «Sono tranquillo, io non ho fatto niente». Il 72enne pensionato, Nemesio Aquini, finito con il figlio nell'inchiesta sul caso Erostrato, risponde con poche parole. Cerca di sottrarsi ai giornalisti di televisioni nazionali che, ieri, lo hanno assediato sotto casa. La vicenda del mitomane che da 7 mesi tiene sotto scacco Cesiomaggiore, con incendi e non solo, ormai è nota in tutta Italia. Lui, originario del Veneziano (anni fa abitava a Marghera in via Francescano 2/b) si dice estraneo a quegli episodi. Poi si chiude, barricato nel suo appartamento al terzo piano di via Roma in centro a Cesio, in un silenzio totale. Lo rompe solo per un giornalista, invitato a entrare in casa: è l'unico che ha potuto salire nell'abitazione. È il cronista a cui Erostrato aveva indirizzato le sue lettere.
LE RISPOSTE
«Perché parla solo con lui?», gli chiediamo. «Vuole sapere perché?», risponde Aquini al citofono. Poi chiude senza tante parole con un «perché sono fatti miei». E quando gli chiediamo se è tranquillo, visti i pesanti reati ipotizzati risponde: «Sì sono tranquillo, quando la Procura mi chiamerò spiegherò». Tutti gli altri tentativi di avere spiegazioni sono andati a vuoto. Aquini non ha aperto a nessuno: i numerosi reporter che con telecamere si assiepavano di fronte all'entrata della sua casa sono stati liquidati in pochi secondi. L'unico con cui si è intrattenuto a tu per tu è il destinatario delle lettere di Erostrato.
LA FAMIGLIA
Se il 72enne qualche parola l'ha detta, la moglie Fiorella Vescovo ha sbattuto la porta in faccia ai cronisti, rischiando anche di ferire qualcuno. Non si è mai visto invece il figlio trentenne, indagato con il padre per le ipotesi di procurato allarme, minaccia grave e tentata estorsione. È rimasto in casa. Quando alla fine in via Roma al civico 15, non resta più nessuno, per l'ultima volta chiediamo: «Possiamo salire?». «No - risponde lui - io non ho fatto niente, sono molto malato, lasciatemi in pace».
IL LAVORO
Il 72enne ha lavorato impiegato per anni a Venezia, all'Agenzia delle Dogane del Veneto. È stato coadiutore meccanografico di quarto e quinto livello per l'amministrazione delle Finanze dal 1973. La sua vita lavorativa cambiò, però, quando denunciò una serie di episodi di malaffare all'interno dell'ufficio delle Imposte dirette di Venezia. Era il 1986 e iniziò nei suoi confronti il mobbing. Nel 1998 venne trasferito a Sedico nella sede dell'Agenzia in via Cavalieri Vittorio Veneto, 1. È in provincia da diversi anni: ha vissuto per un periodo a Pedavena e poi si è trasferito a Cesiomaggiore, dove abita da almeno 10 anni.
LA PASSIONE
Già nel nome di battesimo Nemesio, aveva un destino segnato: la sua passione per la filosofia. Nemesio è stato infatti un filosofo greco antico e fu vescovo di Emesa, dopo la sua conversione al cristianesimo. La passione per i pensatori antichi è l'interesse che accomuna padre e figlio: entrambi sono stati anche iscritti alla facoltà di Filosofia. In famiglia poi c'è l'interesse per i testi di magia, sette, e oggetti esoterici. Nemesio è Erostrato?
GLI ATTACCHI
Se fosse così Erostrato avrebbe avuto grande coraggio e freddezza. La casa dove abita la famiglia Aquini infatti è praticamente di fronte alla canonica e è vicinissima al Municipio. Insomma se l'attacco fosse arrivato da qualcuno dei componenti di quella famiglia, finita sotto inchiesta, c'è la possibilità che gli autori siano rimasti a guardarsi lo spettacolo dal loro terrazzo, mentre in Municipio scattava l'allarme antrace, o mentre le legnaie bruciavano. Un'immagine questa, che riporta sempre e comunque agli antichi.
Olivia Bonetti
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