Noi con l'Italia schiera Gamba: «Bisogna uscire dall'isolamento»

Martedì 23 Gennaio 2018
Noi con l'Italia schiera Gamba: «Bisogna uscire dall'isolamento»
CENTRODESTRA
BELLUNO Aveva detto che avrebbe voluto fare il senatore. Era la sera del 25 giugno e si stava consumando lo spoglio del ballottaggio per le comunali di Belluno. La frase era stata buttata là come una battuta qualsiasi, mentre cominciava a delinearsi il Massaro bis. Adesso quella non è più una boutade, ma un'idea. Un'idea che comincia a prendere forma. Anche se è più probabile che Paolo Gamba sia candidato per Montecitorio e non per Palazzo Madama. La città però è la stessa. Ed è un po' più grande di Belluno. Come più grande (e più difficile) è la sfida del 4 marzo. Ma l'ex candidato sindaco del capoluogo ha ben pochi dubbi: correrà. Con il Centrodestra. «Del resto la coalizione ha preso il mio cognome - dice Gamba scherzando -. Non posso più tirarmi indietro».
Quindi è chiaro per chi correrà: la cosiddetta quarta gamba.
«Sì, mi è stato chiesto di dare una mano».
A Noi con l'Italia'
«Proprio così».
Quindi siamo sicuri di vederla in lista?
«Sì».
Per la Camera o per il Senato?
«Per la Camera. Molto probabilmente nel proporzionale, nel collegio Belluno-Treviso. Del resto, lavoro a Vittorio Veneto da anni e conosco molto bene anche quel territorio».
In posizione utile, con qualche chance di essere eletto?
«Non lo so ancora. I giochi saranno fatti a Roma, non certo a Belluno. Bisogna ancora capire quali saranno i collegi sicuri, i collegi un po' meno sicuri e le candidature di puro servizio».
Noi con l'Italia corre insieme a Lega Nord, Forza Italia, e Fratelli d'Italia: della serie a volte ritornano...
«I moderati non sono mai morti. E adesso più che mai c'è bisogno di qualcuno che sia in grado di intercettare l'elettorato di Centrodestra».
I sondaggi non sembrano male per la coalizione...
«No, infatti. La coalizione ha buone possibilità di farcela. In più, con gli amici Fitto (Raffaele Fitto, già governatore della Regione Puglia e ministro degli affari regionali nel quarto governo Berlusconi, ndr) e Tondo (Renzo Tondo, già governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, ndr) abbiamo cominciato un ragionamento più ampio, che va oltre le elezioni del 4 marzo».
Cioè?
«Stiamo costruendo un progetto liberale, non populista, ma concreto».
Come vede Belluno in questo momento? Non la città in sé, ma la provincia.
«Vedo una provincia scollegata. Belluno è isolata dal resto del Paese e anche dal resto del Veneto».
Per mancanza di infrastrutture?
«Certo che sì. Ma non solo. Faccio un esempio: in tv si parla delle Dolomiti e si citano solo Trento e Bolzano. È un caso? Direi di no. Piuttosto, è l'incapacità di Belluno di essere collegata. In questo modo nessuno ci considera e il nostro territorio conta zero. Poi è innegabile che manchino anche collegamenti fisici».
Lei l'ha sempre sostenuto: a Belluno serve un collegamento con la mittel Europa. È l'autostrada?
«Direi un asse viario tecnologico. Che fa transitare anche i veicoli, certo. Ma che è indispensabile per aprire la nostra provincia all'esterno».
Saranno questi i suoi punti fermi per la campagna elettorale?
«Saranno i temi con cui parlerò alla testa e non alla pancia della gente. Bisogna progettare il futuro».
Che peso avrà la quarta gamba?
«Potrà portare il 6 o l'8%. Una percentuale che può fare la differenza nella corsa alla maggioranza».
Damiano Tormen
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